giovedì 25 ottobre 2007

Il dissenso va garantito, non "processato"


Penso che le conclusioni del Direttivo nazionale della Cgil rappresentino una grave ferita alla democrazia sindacale, alla dialettica politica e alla libertà di espressione garantita dallo Statuto della Cgil e dalla Costituzione.
Le affermazioni del segretario Epifani contenute nella sua relazioni lacerano profondamente la sensibilità e frustano pesantemente la volontà di quanti pensano, lottano e si battono per una Cgil autonoma dal Governo e da Confindustria. Affermazioni come “garantire la stabilità dei governi” e che quel (pessimo) “accordo non deve essere migliorato” rappresentano una preoccupante caduta di autonomia e un assurdo attacco al Parlamento. Inaccettabile è l’attacco portato alla Fiom ed ai compagni che si sono battuti per il NO al protocollo perché è un attacco privo di motivazioni e di contenuti, ma ricco di una pericolosa miscela ideologica fatta di centralismo anni cinquanta e forme di democrazia autoritaria.
La Fiom ha sempre rappresentato, per milioni di lavoratori italiani, un punto di riferimento importante in questi anni segnati da un duro attacco contro i salari, i diritti dei lavoratori, lo stato sociale, la previdenza. La Fiom è stata una solida speranza ed un punto fermo per la lotta del vasto mondo della precarizzazione. Ricordo le scelte della Fiom contro tutte le guerre, senza se e senza ma, compresa quella della ex Jugoslavia definita “contingente necessità”, le lotte sul versante sociale che hanno contribuito in maniera rilevante a creare un argine all'attacco neoliberista.
Oggi, di fronte al NO sul protocollo il direttivo della Cgil riapre un'ingiusta e pericolosa accusa di “lesa confederalità” senza porsi minimamente l’interrogativo che la Fiom si è assunta pienamente il compito della difficile rappresentanza di categoria (i NO sono stati il 54%). Una rappresentanza vera che spesso molti sindacalisti preferiscono delegare ad altri per comodità o per tornaconto.
La democrazia, come la dialettica interna all’organizzazione non possono essere merce di scambio dei gruppi dirigenti ma diritti esigibili dei lavoratori, dalle categorie e dai singoli funzionari.
Per questo ritengo, nell’attuale contesto, necessario esprimere pubblicamente la massima solidarietà alla Fiom, ai suoi dirigenti e ai metalmeccanici tutti.
Ezio Casagranda – Filcams Cgil del Trentino
Trento, 25 ottobre 2007

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro Casagranda condivido pienamente il tuo pensiero e soprattutto lo spirito che lo ispira: il sindacato faccia il sindacato senza censure e autoritarismi di sorta. Quanto è successo con il referendum sul welfare ha dell'incredibile. Sono stati chiamati al voto i pensionati su materie che non li riguardano affatto...come se gli abitanti di Trento fossero chiamati a esprimersi sul prg di Rovereto. Non solo, ma si è votato in posti promiscui...nelle stazioni..dove transitano anche notai, commercialisti o chessò, avvocati. Il tutto negando al fronte del NO cittadinanza e pari dignità. Dopo il voto nel momento in cui la CGIL premeva per mantenere inalterato quell'orripilante pezzo di carta, il governo antioperaio cercava di renderlo un pò meno peggio, in un'incredibile inversione dei ruoli. Il tutto senza che mai il signor Epifani venisse sfiorato da alcun dubbio. Ora addirittura la reprimenda e la commissione di garanzia per chi ha affrontato la questione da un punto di vista di classe, spiegando ai lavoratori quello che in realtà si stava tramando alle loro spalle. Purtroppo comprendo i tanti lavoratori che disillusi e disincantati pensano ad altro, si rassegnano o peggio restituiscono la tessera, ma su questo ha ragione Cremaschi che dice "restare in CGIL per cambiare la CGIL". saluti fraterni luigi bozzato

Anonimo ha detto...

quello che sta succedendo è semplicemente vergognoso..........peggio dei padroni o di certi dirigenti così facendo la cgil si sta rendendo conto in che vicolo va a cacciarsi...dopo il 5/7/2002 tutti contro la cisl e la uil ed il governo (giustamente) ed adesso guai a parlare male degli accordi tutto va bene ma l'accordo del 23/7/2007 cosa ha di meglio o peggio di quello di 5 anni fa? e fra i scalini e scaloni maroni dove sta la differenza?? se qualche solone mi legge dia una risposta non taroccata. saluti mariano

Anonimo ha detto...

Sono reduce, massacrata, ma non vinta, dal Direttivo del CDLM di Bologna(24-10-07), forse il primo dopo quello nazionale, dove:
a seguito del mio intervento sono stata definita lo zerbino della Fiom e mi hanno detto di andare nelle Rdb;
a seguito dell'intervento della segretaria generale provinciale è stato chiesto al gruppo dirigente della Filcams di dimettersi data la vittoria del si;
il segretario dello Spi si rammaricava che lo stesso non venga considerato politicamente una categoria mentre provvede a supplire alle mancanze di tutte le categorie e ripiana i bilanci delle camere del lavoro.
Bene, perchè non lo solleviamo dall'imbarazzo, stabiliamo una regola per cui, raggiunto finalmente il pensionamento,ogni iscritto rimanga nella categoria di appartenenza nel momento in cui matura la pensione, così si rafforzano le categorie e si risparmiano soldi in strutture e funzionari.
Fiorenza

Anonimo ha detto...

METALMECCANICA DENTRO

Esprimo piena solidarietà alla categoria dei metalmeccanici che forse prima di altri hanno capito dove questi cambiamenti ci avrebbero portati.Sappiate che non siete soli,lo si è visto nelle consultazioni sul welfare dove alla maggior parte dei lavoratori non è stato dato modo di scegliere e proprio x questo il NO ne è uscito ancora più rafforzato.
Lo si è visto alla manifestazione del 20 ottobre dove ci è stato impedito di manifestare con le "nostre" bandiere, perchè ricordiamocelo,la CGIL è nostra,è dei lavoratori.
Lo si è visto in categorie come la nostra che ringrazio di esistere.
Ed ora che succede!Si processano i "dissenzienti",ma stiamo scherzando?
Ma che fine sta facendo la tanto osannata democrazia all interno della CGIL?
Sappiate che voglio poter decidere del mio futuro e non subirlo x scelte altrui.
Spero fortemente che questa CGIL rinsavisca e non voglia imitare la
CISL ne nello statuto ne nella politica.