Non si sa quando una simile decisione è stata assunta, ma nei giorni scorsi si è appreso che l’Agenzia del lavoro della provincia di Trento ha deliberato che, se un lavoratore, di un azienda con meno di 15 dipendenti, impugna il licenziamento per riduzione di personale viene sospeso dalla lista di mobilità e dalla relativa indennità. Secondo voci provenienti dai ben informati la motivazione, che va per la maggiore, per cui è stata adottata una simile delibera è quella che un simile provvedimento spinge il lavoratore licenziato alla conciliazione.
Una situazione assurda, pericolosa e paradossale (ma non tanto visti i tempi) in quanto sancisce che un lavoratore che esercita un suo diritto contrattuale e Costituzionale (Impugnazione del licenziamento, diritto al lavoro) venga penalizzato dall’Ente Pubblico con la perdita del sostegno al reddito (mobilità regionale) e rendendo difficoltoso il suo reinserimento lavorativo perché l’azienda che intende assumerlo perde l’incentivo economico legato allo stato di mobilità del lavoratore o della lavoratrice.
Di conseguenza il lavoratore si trova penalizzato tre volte. Dalla sua Azienda al momento del licenziamento in quanto perde il posto di lavoro. Dall’Agenzia del lavoro se esercita un suo diritto di verificare la legittimità di tale licenziamento. Una terza volta dalle regole del mercato in quanto perde la cossi detta “dote” per l’azienda che lo riassume.
Non mi sembra una grande scelta di politica del lavoro e di agevolazione al reinserimento nel mondo produttivo di quanti perdono il lavoro.
I più maligno sostengono che queste norme sono state concordate in commissione con l’avvallo delle Organizzazioni Sindacali ? se vero sarebbe un atto gravissimo dal punto di vista del diritto e della tutele dei più deboli. I disoccupati.
Credo sia necessario le al Cgil chiarisca al più presto questa situazione onde evitare difficili situazioni con i lavoratori coinvolti da questa circolare. Attendo fiducioso.
Di conseguenza il lavoratore si trova penalizzato tre volte. Dalla sua Azienda al momento del licenziamento in quanto perde il posto di lavoro. Dall’Agenzia del lavoro se esercita un suo diritto di verificare la legittimità di tale licenziamento. Una terza volta dalle regole del mercato in quanto perde la cossi detta “dote” per l’azienda che lo riassume.
Non mi sembra una grande scelta di politica del lavoro e di agevolazione al reinserimento nel mondo produttivo di quanti perdono il lavoro.
I più maligno sostengono che queste norme sono state concordate in commissione con l’avvallo delle Organizzazioni Sindacali ? se vero sarebbe un atto gravissimo dal punto di vista del diritto e della tutele dei più deboli. I disoccupati.
Credo sia necessario le al Cgil chiarisca al più presto questa situazione onde evitare difficili situazioni con i lavoratori coinvolti da questa circolare. Attendo fiducioso.
Ezio Casagranda – Filcams Cgil del Trentino
Trento. 24 ottobre 2007
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