Quando mancano argomenti si passa alla denigrazione.Leggendo sul vostro giornale le dichiarazioni fatte dalla signora Marcegaglia al meeting degli industriali Trentini di venerdì scorso si rileva come ancora una volta i sostenitori delle grandi opere, in assenza di argomenti validi, si permettono affermazioni offensive.
Come interpretare altrimenti la frase “quelli che si oppongono al tunnel del Brennero sono poco informati e sono pagati per farlo” ?
Affermazione grave che dimostra non solo l’incapacità di confronto ma anche il tentativo di considerare chiusa la discussione sui progetti TAV; e chi protesta, chiede spiegazioni, vuole essere informato viene tacciato da mercenario.
Non varrebbe la pena rispondere se non fosse per sottolineare quanto sia invece pericolosa l'eventualità di una nuova linea TAV nel corridoio Verona-Brennero e in particolare nella Provincia di Trento.
Da tempo si sta denunciando il black out dell’informazione da parte delle istituzioni e delle società interessate alla costruzione: la PAT ha dato il via libera politico al TAV e spinge prima di tutto per la progettazione preliminare della circonvallazione di Trento senza il minimo coinvolgimento della popolazione trentina. Sarà forse per questo che felicitandosi sui contenuti del dodecalogo che ha rilanciato il Governo nel febbraio 2007 Dellai ha detto testualmente “Il presidente del Consiglio Prodi ha inserito nei suoi dodici punti programmatici la rapida attuazione del piano infrastrutturale e in particolare dei corridoi europei, fra cui il Brennero. Mi auguro che questo diventi un diktat” (L'Adige, 27.2.2007). Alla faccia della democrazia.
Molti economisti ed esperti di trasporti italiani e stranieri argomentano in modo approfondito che opere e progetti TAV in Italia sono inadatti al nostro territorio, inutili, enormemente costosi e devastanti per le aree che attraversano. Noi pensiamo lo stesso per il progetto TAV che interesserebbe le Provincie di Verona e di Trento e sta già producendo i primi guasti in Alto Adige.
Quanto alle eventuali sezioni in Trentino, noi saremmo contenti di informare dettagliatamente la signora Marcegaglia, e anche Dellai, sui gravi impatti ambientali che gli stessi studi della PAT annunciano (falde acquifere interferite, cantieri diffusi su tutta la Valle dell'Adige per almeno 30 anni, quasi 1 milione di metri cubi di smarino a discarica per la sola circonvallazione di Trento, inquinamenti, ecc.). Ma lo spazio è tiranno e ci costringe a fermarci sulla questione principale. La galleria di base del Brennero e il quadruplicamento TAV delle tratte di accesso Sud non risponderebbero alle promesse: non allontanerebbero il soffocante traffico merci dalla A22, perché questo è sostenuto dalla totale assenza di una politica dei trasporti che corrisponda ai bisogni di salute e di qualità della vita delle popolazioni. Perché un TIR di 40 T sulla A22 in Italia paga 13,5 ct/km e in Austria o Svizzera ne paga 65/66? Perché in Italia non c'è il divieto di traffico notturno dei TIR sull'autostrada? Perché in Italia non c'è vigilanza sugli obblighi dell'autotrasporto (velocità, ore di guida, tipologie di merci, ecc.)? Di fronte a questa situazione catastrofica ci raccontano che bisogna predisporre una nuova linea ferroviaria veloce per salvarci dal traffico merci? A costi che solo per le parti italiane (compresa la galleria di base del Brennero) stime indipendenti (non quelle addomesticate dei promotori) prevedono in circa 22 miliardi di €? Sempre che anche i lavori qui da noi (ammesso che mai si facciano) non dovessero conoscere le % di incremento di circa il 600% che i preventivi TAV hanno subito mediamente nel resto del paese.
Il presidente Dellai è invitato a convocare immediatamente una serie di discussioni pubbliche almeno sulla parte del progetto TAV Verona-Brennero che interesserebbe la Provincia di Trento. Assicuriamo che in quelle sedi le informazioni raccolte da chi si oppone sarebbero tutte disponibili. Anche per la signora Marcegaglia.
Come interpretare altrimenti la frase “quelli che si oppongono al tunnel del Brennero sono poco informati e sono pagati per farlo” ?
Affermazione grave che dimostra non solo l’incapacità di confronto ma anche il tentativo di considerare chiusa la discussione sui progetti TAV; e chi protesta, chiede spiegazioni, vuole essere informato viene tacciato da mercenario.
Non varrebbe la pena rispondere se non fosse per sottolineare quanto sia invece pericolosa l'eventualità di una nuova linea TAV nel corridoio Verona-Brennero e in particolare nella Provincia di Trento.
Da tempo si sta denunciando il black out dell’informazione da parte delle istituzioni e delle società interessate alla costruzione: la PAT ha dato il via libera politico al TAV e spinge prima di tutto per la progettazione preliminare della circonvallazione di Trento senza il minimo coinvolgimento della popolazione trentina. Sarà forse per questo che felicitandosi sui contenuti del dodecalogo che ha rilanciato il Governo nel febbraio 2007 Dellai ha detto testualmente “Il presidente del Consiglio Prodi ha inserito nei suoi dodici punti programmatici la rapida attuazione del piano infrastrutturale e in particolare dei corridoi europei, fra cui il Brennero. Mi auguro che questo diventi un diktat” (L'Adige, 27.2.2007). Alla faccia della democrazia.
Molti economisti ed esperti di trasporti italiani e stranieri argomentano in modo approfondito che opere e progetti TAV in Italia sono inadatti al nostro territorio, inutili, enormemente costosi e devastanti per le aree che attraversano. Noi pensiamo lo stesso per il progetto TAV che interesserebbe le Provincie di Verona e di Trento e sta già producendo i primi guasti in Alto Adige.
Quanto alle eventuali sezioni in Trentino, noi saremmo contenti di informare dettagliatamente la signora Marcegaglia, e anche Dellai, sui gravi impatti ambientali che gli stessi studi della PAT annunciano (falde acquifere interferite, cantieri diffusi su tutta la Valle dell'Adige per almeno 30 anni, quasi 1 milione di metri cubi di smarino a discarica per la sola circonvallazione di Trento, inquinamenti, ecc.). Ma lo spazio è tiranno e ci costringe a fermarci sulla questione principale. La galleria di base del Brennero e il quadruplicamento TAV delle tratte di accesso Sud non risponderebbero alle promesse: non allontanerebbero il soffocante traffico merci dalla A22, perché questo è sostenuto dalla totale assenza di una politica dei trasporti che corrisponda ai bisogni di salute e di qualità della vita delle popolazioni. Perché un TIR di 40 T sulla A22 in Italia paga 13,5 ct/km e in Austria o Svizzera ne paga 65/66? Perché in Italia non c'è il divieto di traffico notturno dei TIR sull'autostrada? Perché in Italia non c'è vigilanza sugli obblighi dell'autotrasporto (velocità, ore di guida, tipologie di merci, ecc.)? Di fronte a questa situazione catastrofica ci raccontano che bisogna predisporre una nuova linea ferroviaria veloce per salvarci dal traffico merci? A costi che solo per le parti italiane (compresa la galleria di base del Brennero) stime indipendenti (non quelle addomesticate dei promotori) prevedono in circa 22 miliardi di €? Sempre che anche i lavori qui da noi (ammesso che mai si facciano) non dovessero conoscere le % di incremento di circa il 600% che i preventivi TAV hanno subito mediamente nel resto del paese.
Il presidente Dellai è invitato a convocare immediatamente una serie di discussioni pubbliche almeno sulla parte del progetto TAV Verona-Brennero che interesserebbe la Provincia di Trento. Assicuriamo che in quelle sedi le informazioni raccolte da chi si oppone sarebbero tutte disponibili. Anche per la signora Marcegaglia.
Ezio Casagranda – Gianfranco Poliandri
Trento, 22 ottobre 2007
Nessun commento:
Posta un commento