Antipolitico a chi? E bravo Beppe Grillo, finalmente il centrosinistra può tirare un bel respiro di sollievo e magari cercare di arruolarti nel Pd al posto di donna Veronica. Questa volta l'ex comico che sta facendo tremare i palazzi l'ha sparata davvero grossa. Ma non contro i potenti, si è scagliato contro i più poveracci di tutti, gli zingari. Una specie di sport nazionale. «L'invasione dei rom dalla Romania è un vulcano, una bomba a tempo che va disinnescata», ha scritto sul suo blog. Concetto rinforzato con la solita letterina dell'elettore di sinistra che non ne può più: «Ora basta, fuori il marcio dai nostri confini». Complimenti per la pensata, e buona fortuna. Perché oggi non c'è discorso più allineato di questo con la politica istituzionale, di destra e di sinistra, che non avendo più nulla da dire si scaglia contro i più deboli facendo leva vigliaccamente sulle paure e sui peggiori istinti della «gente». Sembra di leggere la Repubblica, di ascoltare Giuliano Amato, di turarsi le orecchie mentre parla Calderoli, di rabbrividire quando Topo Gigio Veltroni - come lo chiama Grillo - si vanta di aver cacciato 15 mila zingari da Roma. Forse si è montato la testa e un po' l'ha persa, e per strada rischia di perdere anche quei «grillini» delusi e di sinistra che ci stavano per cascare. Quando se la prende con gli zingari, Grillo è solo un politico qualunque. Non fa più paura a nessuno. Peccato.
luca fazio - Il Manifesto - 6 ottobre 2007
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