DOCUMENTO CONCLUSIVO DEL DIRETTIVO Filcams Cgil del Trentino
Il Comitato Direttivo della Filcams Cgil del Trentino con la partecipazione del segretario generale della Cgil Ruggero Purin si è riunito in data 1 ottobre 2007 per esaminare e discutere il protocollo di intesa tra Governo e parti sociali su “Previdenza, lavoro e competitività” del 23 luglio 2007, esprime un giudizio negativo dell’accordo sia nel metodo che nel merito.
Il Comitato Direttivo ritiene il metodo di confronto che ha portato a questo accordo estremamente negativo in quanto i diretti interessati sono stati ridotti alla condizione di spettatori su questioni centrali che riguardano direttamente la loro condizione di vita, consegnando di fatto la mediazione e la soluzione del confronto al rapporto tra le forze politiche che compongono il governo, con una perdita di autonomia ed una caduta del ruolo sindacale.
Una trattativa estenuante il cui risultato ha stravolto gli impegni congressuali della Cgil che in questa assurda trattativa in nome della cosiddetta “governabilità” ha accettato l’aumento dell’età pensionabile a 61/62 anni. Un bel capolavoro della coppia Dini - Padoa Schioppa con l’assist della Bonino che ha fatto ingoiare alle organizzazioni sindacali quello che è sempre stato loro indigesto: lo scalone Maroni, la legge 30 e l’aumento dell’età pensionabile.
Nel merito il Comitato Direttivo della Filcams Cgil del Trentino, pur riconoscendo i parziali risultati ottenuti (aumento pensioni minime, aumento della disoccupazione e riscatto della laurea) ritiene profondamente negativi i risultati in materia di pensioni, contrattazione, mercato del lavoro e lotta alla precarietà.
Si consolida l’impianto della legge 30, non si affronta il problema delle causali e del tetto del tempo determinato, non viene intaccata la piaga dei COCOPRO mentre la decontribuzione del lavoro straordinario e dei premi di risultato segnano un pesante attacco all’istituto del Contratto Nazionale.
Non si risolvono i problemi dei precari, non si affrontano quelli degli immigrati, non si punta sulla qualità del lavoro, la Maroni seppur diluita nel tempo viene mantenuta e si accetta l’aumento dell’età pensionabile.
Lo stesso intervento sui coefficienti con l’obbiettivo di arrivare ad una copertura del 60% da parte della previdenza pubblica, indicati nell’accordo sono pesantemente condizionati dal vincolo dell’equilibrio finanziario e quindi fortemente aleatori. Infatti, se l’impianto complessivo. Resta agganciato al principio del costo zero o della compatibilità economiche pregiudica ogni ragionamento possibile sul mantenimento di alcune garanzie ritenute invalicabili prima e durante il confronto (Età pensionabile, garanzia dei rendimenti, ecc.).La reintroduzione delle 4 finestre per i lavoratori con oltre 40 anni di contributi viene realizzata con uno scambio inaccettabile, con l’introduzione delle finestre per le pensioni di vecchiaia delle donne.
Il giudizio del Comitato Direttivo della Filcams Cgil del Trentino su questa intesa non può che essere negativo ed il richiamo ai lavori usuranti e l’aumento dei minimi pensionistici non ne cancellano la forte iniquità sociale, raffigurando il marchio “classista” imposto dagli assertori del “neoliberismo moderato” presenti nel Governo Prodi.
Il Comitato Direttivo della Filcams Cgil del Trentino con la partecipazione del segretario generale della Cgil Ruggero Purin si è riunito in data 1 ottobre 2007 per esaminare e discutere il protocollo di intesa tra Governo e parti sociali su “Previdenza, lavoro e competitività” del 23 luglio 2007, esprime un giudizio negativo dell’accordo sia nel metodo che nel merito.
Il Comitato Direttivo ritiene il metodo di confronto che ha portato a questo accordo estremamente negativo in quanto i diretti interessati sono stati ridotti alla condizione di spettatori su questioni centrali che riguardano direttamente la loro condizione di vita, consegnando di fatto la mediazione e la soluzione del confronto al rapporto tra le forze politiche che compongono il governo, con una perdita di autonomia ed una caduta del ruolo sindacale.
Una trattativa estenuante il cui risultato ha stravolto gli impegni congressuali della Cgil che in questa assurda trattativa in nome della cosiddetta “governabilità” ha accettato l’aumento dell’età pensionabile a 61/62 anni. Un bel capolavoro della coppia Dini - Padoa Schioppa con l’assist della Bonino che ha fatto ingoiare alle organizzazioni sindacali quello che è sempre stato loro indigesto: lo scalone Maroni, la legge 30 e l’aumento dell’età pensionabile.
Nel merito il Comitato Direttivo della Filcams Cgil del Trentino, pur riconoscendo i parziali risultati ottenuti (aumento pensioni minime, aumento della disoccupazione e riscatto della laurea) ritiene profondamente negativi i risultati in materia di pensioni, contrattazione, mercato del lavoro e lotta alla precarietà.
Si consolida l’impianto della legge 30, non si affronta il problema delle causali e del tetto del tempo determinato, non viene intaccata la piaga dei COCOPRO mentre la decontribuzione del lavoro straordinario e dei premi di risultato segnano un pesante attacco all’istituto del Contratto Nazionale.
Non si risolvono i problemi dei precari, non si affrontano quelli degli immigrati, non si punta sulla qualità del lavoro, la Maroni seppur diluita nel tempo viene mantenuta e si accetta l’aumento dell’età pensionabile.
Lo stesso intervento sui coefficienti con l’obbiettivo di arrivare ad una copertura del 60% da parte della previdenza pubblica, indicati nell’accordo sono pesantemente condizionati dal vincolo dell’equilibrio finanziario e quindi fortemente aleatori. Infatti, se l’impianto complessivo. Resta agganciato al principio del costo zero o della compatibilità economiche pregiudica ogni ragionamento possibile sul mantenimento di alcune garanzie ritenute invalicabili prima e durante il confronto (Età pensionabile, garanzia dei rendimenti, ecc.).La reintroduzione delle 4 finestre per i lavoratori con oltre 40 anni di contributi viene realizzata con uno scambio inaccettabile, con l’introduzione delle finestre per le pensioni di vecchiaia delle donne.
Il giudizio del Comitato Direttivo della Filcams Cgil del Trentino su questa intesa non può che essere negativo ed il richiamo ai lavori usuranti e l’aumento dei minimi pensionistici non ne cancellano la forte iniquità sociale, raffigurando il marchio “classista” imposto dagli assertori del “neoliberismo moderato” presenti nel Governo Prodi.
Il Comitato Direttivo della Filcams Cgil del Trentino
Approvato con 3 contrari e 1 astenuto
1 commento:
Stando a quanto pubblicato dalla stampa di oggi, il dissenso non piace ed è mal sopportato anche in casa Cisl e Uil, che dalle colonne del Corriere del Trentino lanciano improperi gratuiti ed infondati("la Filcams fa politica"). Non sanno rispondenre in altro modo alle nostre critiche fondate a di merito sull'accordo.
Come sempre la verità fa male.
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