domenica 9 settembre 2007

Welfare - Comitati per il NO

La democrazia sindacale esige che i lavoratori devono poter capire e poter giudicare l’operato del loro sindacato e quindi nelle assemblee devono trovare spazio anche le voci critiche a questo accordo. Non servono imbonitori.
· I contenuti dell’accordo sono negativi su aspetti importanti e strategici in quanto si è accettato il vincolo del costo zero dell'intera operazione. Dallo scalone alle finestre di anzianità fino ai coefficienti di trasformazione che sono pagati dalle giovani generazioni che si dice di voler tutelare.
· Mentre l'accordo sul mercato del lavoro è strategicamente negativo per il sindacato e per gli obbiettivi emersi dal XV congresso della Cgil. Sui Contratti a termine non è solo negativo il superamento dei 36 mesi, ma quello della cancellazione delle causali. La legge del 2001 sui contratti a termine che aboliva le causali non fu firmata dalla Cgil in quanto, l’assenza delle stesse, permette la reiterazione dei contratti a vita e nessunna forma di controllo sul loro utilizzo. In questi anni non sono emerse politiche tali da far venir meno quella scelta del 2001, che ricordo ha sancito il primo accordo separato a livello confederale. Inoltre non è previsto nessun vincolo sulla durata del lavoro interinale. Nei fatti con questo accordo si è accettato una struttura di precarietà che abbiamo sempre rifiutato.
· L'accordo interviene pesantemente anche sulla contrattazione essendo previsto che sarà il governo a definire le tipologie contrattuali della contrattazione di secondo livello, necessarie per accedere agli sgravi contributivi. Un accordo che pone le basi per una modifica sostanziale del ruolo del sindacato a partire dal CCNL. Questo significa lo spostamento di tutte le agevolazioni sulla contrattazione aziendale ed il conseguente indebolimento del CCNL.
E si potrebbe continuare nell’elenco degli aspetti negativi di questo accordo e dei tentativi di evitare un confronto di merito sui suoi contenuti. Per questo è necessario dare voce al dissenso costituendo dei veri e propri comitati per il NO all’accordo con il semplice obbiettivo da dare il massimo di informazione ai lavoratori.
In questo senso è importante la scelta di arrivare ad una autorganizzazione dei delegati aziendali per fine mese in modo da discutere le modalità dell’eventuale costruzione di questi comitati di delegati per il NO.
In questo senso la Filcams Cgil del Trentino sarà coerente con le scelte del proprio Comitato Direttivo ed agirà in questa consultazione con il solo limite derivante dallo Statuto della Cgil e quindi, oltre alla illustrazione dell’accordo, fornirà ai lavoratori motivi per cui noi abbiamo deciso di dare un giudizio negativo.

Ezio Casagranda – Segretario Filcams Cgil del Trentino
Trento, 9 settembre 2007

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