Forse è il caldo estivo ma in questo periodo pupulano le richiesta di riduzione delle tasse: La destra dice che le tasse, frutto anche delle politiche del precedente governo Berlusconi, sono troppo alte e quindi devono essere abassate; Montezemolo, minaccia di non pagare le imposte derivanti dall''unificazione delle aliquote sulle rendite finanziarie; Veltroni chiede che visto l'aumento delle entrate, non preventivato, ci sono le risorse per una riduzione della pressione fiscale.
Parlano di ridurre le tasse ma per ora ad essere tagliati sono solo i salari che continuano ad essere erosi dall'aumento dei prezzi dei generi di prima necessità, dall'aumento del costo dei servizi, dalle tariffe comunali, dalla scuola fino alla sanità.
A ben guardare, però, si può notare che una cosa accomuna queste polemiche estive: nessuno parla di ridurre le tasse sulle buste paga e restiture ai lavoratori il maltolto del Governo Berlusconi e quindi ripristinare la restituzione del fiscaldrag. Nessuno parla della necessità di individuae strumenti a tutela dei salari rispetto all'ingiustificato aumento dei prezzzi, visto che ormai i soli Contratti Nazionali non riescono più a tutelare il potere di acquisto delle retribuzioni dati i modesti aumenti previsti ed i ritardi (mediamente oltre 18 mesi) nel loro rinnovo.
Forse sarebbe opportuno: per la sinistra dare attuazione al programma sul versante del fisco e sulla difesa dei salari. Pensare di rincorrere la destra anche sul versante delle tasse non porta lontano; per il sindacato, invece sarebbe necessario avviare una seria riflessione sulla contrattazione. Visto l'attuale situazione dei contratti rinnovati e di quelli scaduti (ci sono oltre 8 milioni di lavoratori che hanno il contratto scaduto) sarebbe opportuno cambiare l'agenda della discussione. Abbandonare le alchimie partitiche o gli equilibrismi sulla tenuta del governo e ritornare a fare il nostro vecchio lavoro. Rinnovare i contratti in tempi decenti e con aumenti salariali che tutelino veramente il salario reale e migliorino le condizioni materiali di chi lavora.
Se anche con il governo di centrosinistra aumentano le forme di precariatà, diminuiscono le retribuzioni e le tutele sul lavoro e aumenta l'insicurezza sociale senza che da parte sindacale siano messe in atto le necessarie lotte di contrasto, significa che qualcosa non funziona. Forse, questa situazione richiede una seria riflessione su come dare risposte alle esigenze di chi lavora.
Non sembrano obbiettivi o richieste impossibili.
Ezio Casagranda Filcams Cgil del Trentino
Trento, 6 settembre 2007
Parlano di ridurre le tasse ma per ora ad essere tagliati sono solo i salari che continuano ad essere erosi dall'aumento dei prezzi dei generi di prima necessità, dall'aumento del costo dei servizi, dalle tariffe comunali, dalla scuola fino alla sanità.
A ben guardare, però, si può notare che una cosa accomuna queste polemiche estive: nessuno parla di ridurre le tasse sulle buste paga e restiture ai lavoratori il maltolto del Governo Berlusconi e quindi ripristinare la restituzione del fiscaldrag. Nessuno parla della necessità di individuae strumenti a tutela dei salari rispetto all'ingiustificato aumento dei prezzzi, visto che ormai i soli Contratti Nazionali non riescono più a tutelare il potere di acquisto delle retribuzioni dati i modesti aumenti previsti ed i ritardi (mediamente oltre 18 mesi) nel loro rinnovo.
Forse sarebbe opportuno: per la sinistra dare attuazione al programma sul versante del fisco e sulla difesa dei salari. Pensare di rincorrere la destra anche sul versante delle tasse non porta lontano; per il sindacato, invece sarebbe necessario avviare una seria riflessione sulla contrattazione. Visto l'attuale situazione dei contratti rinnovati e di quelli scaduti (ci sono oltre 8 milioni di lavoratori che hanno il contratto scaduto) sarebbe opportuno cambiare l'agenda della discussione. Abbandonare le alchimie partitiche o gli equilibrismi sulla tenuta del governo e ritornare a fare il nostro vecchio lavoro. Rinnovare i contratti in tempi decenti e con aumenti salariali che tutelino veramente il salario reale e migliorino le condizioni materiali di chi lavora.
Se anche con il governo di centrosinistra aumentano le forme di precariatà, diminuiscono le retribuzioni e le tutele sul lavoro e aumenta l'insicurezza sociale senza che da parte sindacale siano messe in atto le necessarie lotte di contrasto, significa che qualcosa non funziona. Forse, questa situazione richiede una seria riflessione su come dare risposte alle esigenze di chi lavora.
Non sembrano obbiettivi o richieste impossibili.
Ezio Casagranda Filcams Cgil del Trentino
Trento, 6 settembre 2007
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