“L’aumento dell’età pensionabile scivola sulla buccia di banana dei prepensionamenti dei pubblici.Sono inutili le ipocrisie dell’ultima ora. Il ministro della Funzione pubblica, annunciando i prepensionamenti per i dipendenti pubblici, ha semplicemente seguito i comportamenti delle principali imprese private, a partire dalla Fiat e da tutte le grandi aziende industriali. Il ministro Nicolais ha infatti detto che è molto difficile riconvertire o formare lavoratori che hanno un’età superiore a 55-60 anni. E’ molto meglio prepensionarli. E’ esattamente quello che avviene in tutti i principali posti di lavoro, dove dopo i 50 anni il lavoratore viene considerato vecchio. In questo modo l’aumento dell’età pensionabile fino a 62 anni, deciso dal governo Berlusconi e confermato dal governo Prodi, produrrà nuove ingiustizie sociali. Ci saranno sempre più lavoratrici e lavoratori che sono troppo vecchi per lavorare e troppo giovani per andare in pensione. Accanto al precariato giovanile si creerà un precariato di mezza età. Dopo di che per alcuni ci saranno i prepensionamenti e per altri niente. E’ possibile che il governo, di fronte all’evidente contraddizione tra prepensionamenti e innalzamento dell’età pensionabile, decida di rinviare la decisione a dopo il referendum sindacale. Ma i prepensionamenti si faranno.”“E per questo, di fronte a questa nuova palese dimostrazione dell’assurdità e dell’iniquità dell’innalzamento dell’età pensionabile, un bel no dei lavoratori al protocollo ristabilisce la verità contro tutte le ipocrisie.”
Giorgio Cremaschi
Roma, 19 settembre 2007
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