40° anniversario dell'uccisione del comandante Che Guevara
Il 2007 è il 40° anniversario dell'assassinio del comandante Ernesto Che Guevara, vogliamo ricordarlo, pur nella sinteticità esprimendo l'amarezza e il dolore per la perdita, realizzata da ignobili sicari al soldo dell'imperialismo, di un uomo talmente grande, che diventato medico volle dedicare la sua professionalità ai poveri, ma in quest'ottica le vicissitudini lo portarono a diventare un guerrigliero, erede delle lotte di Bolivar, Sandino, Martí. Fu definito l'eroe della Seconda Indipendenza dell'America Latina, infatti fu l'ideale continuatore di quella prima lotta per l'Indipendenza del continente latino americano contro il colonialismo, l'oppressore che aveva distrutto civiltà e popoli interi, deportati milioni di schiavi per aumentare lo sfruttamento di quel continente, inventato confini per dividere i popoli e spartirsi meglio il bottino. Nella nostra epoca è l'imperialismo che mantiene i popoli latino americani nel sottosviluppo, che li depreda delle loro risorse, che costringe i bambini alla fame e alla violenza. Che Guevara ha combattuto contro queste vergognose ingiustizie nell'unico modo possibile, da comunista, partendo dalla convinzione nell'amore e nella collaborazione fra le persone e i popoli quale primo elemento indispensabile per costruire una nuova società, alla quale affiancava l'altrettanto indispensabile scientificità del materialismo dialettico, coerente con ciò che pensava fino all'ultimo momento, un esempio concreto di ciò che deve essere l'uomo nuovo: un uomo con un umanesimo marxista-leninista. Ci rammarichiamo della sua perdita e del grande contributo ideale che ancora poteva elaborare e trasmetterci, ci rammarichiamo che la sua figura sia molte volte stravolta e utilizzata impropriamente da questa società che prima lo ha ucciso e ora lo banalizza o lo mitizza secondo canoni di convenienza politica, o lo utilizza come un oggetto fonte di utilità economica. Per una società dove tutto viene mercificato e banalizzato anche una persona grande come il Che può essere manipolata ma mai analizzata, studiata e restituita ai popoli per ciò che era: un gigante che ha dato speranza al futuro dell'umanità.
I bambini cubani dicono: vogliamo essere come il Che! Mi auguro sinceramente (anche se mi è difficile crederlo) che questo si estenda ai bambini di tutto il mondo come augurio di un cambiamento che ci porti dalla società del denaro, dell'ingiustizia, della competizione a una superiore, di giustizia, di collaborazione e dove finalmente... ci si possa beffare del denaro come faceva il Che.
HASTA LA VICTORIA SIEMPRE!!!
Roland Caramelle - Dino D’Onofrio - Ezio Casagranda
Nessun commento:
Posta un commento