Ho partecipato anch’io, sabato 15 settembre ’07 alla manifestazione a Vicenza per l’inaugurazione del “parco NO da Molin” con la messa a terra di oltre 150 piante dentro l’aeroporto dal Molin di Vicenza. Una straordinaria manifestazione, colorata e densa di discussioni ma fortemente convinta che la battaglia per non trasformare Vicenza in una base militare non è ancora persa. Parlando con le persone, anche se stanche del “tour de force” dell’ultima settimana assieme a qualche ammissione di stanchezza emergeva la volontà di continuare questa battaglia per la pace e contro la guerra che ogni giorno che passa diventa sempre più la battaglia di ognuno di noi e non solo della popolazione di Vicenza.
Il No alla guerra è un sentimento forte e radicato nelle migliaia di persone che hanno partecipata alla manifestazione di sabato e che richiama le forze sociali ( Cgil e sinistra in particolare) ad assumere una posizione chiara contro la guerra, per la pace, la libertà e contro le servitù militari. In un clima di guerra permanente i costi saranno scaricati sulla pelle dei lavoratori e dei cittadini sradicando diritti, tradizioni e territori interi. Nessuno sviluppo economico è possibile se il motore continua ad essere l’economia di guerra.
La netta e progressiva diminuzione dei salari a ridotto le possibilità di consumo (nonostante il ricorso al credito abbia in parte supplito a questo deficit) ingenerando malcontento nei lavoratori e nei cittadini, mentre lo spettro della recessione appare sempre più tangibile in quanto non esiste nessuna volontà di mettere in discussione questo modello di sviluppo che abbisogna della guerra e del riarmo permanente per sopravvivere. Mentre la gente chiede di investire le risorse oggi destinate alla guerra a politiche economiche e sociali nuove, la politica, i media, gli economisti e gli esperti propongono come “medicina” per questo stato di cose la stessa ricetta che ha contribuito ad ingenerare la malattia. Investimenti miliardari nel riarmo e nelle infrastrutture (TAV e maga infrastrutture) senza curarsi dei livelli preoccupanti raggiunti dall’inquinamento, degli effetti devastanti prodotti dai mutamenti climatici e la prospettiva imminente dell’esaurimento dei combustibili fossili.
Ecco, io credo che la manifestazione di sabato è un piccolo, ma importante, granello di sabbia immesso nel motore di questa macchina insaziabile che è la politica di guerra e le politiche fondate sulla crescita infinita.
Forse su questo la sinistra dovrebbe avere qualcosa da dire o meglio da fare.
Ezio Casagranda - Filcams Cgil del Trentino
Trento, 17 settembre ’07
Il No alla guerra è un sentimento forte e radicato nelle migliaia di persone che hanno partecipata alla manifestazione di sabato e che richiama le forze sociali ( Cgil e sinistra in particolare) ad assumere una posizione chiara contro la guerra, per la pace, la libertà e contro le servitù militari. In un clima di guerra permanente i costi saranno scaricati sulla pelle dei lavoratori e dei cittadini sradicando diritti, tradizioni e territori interi. Nessuno sviluppo economico è possibile se il motore continua ad essere l’economia di guerra.
La netta e progressiva diminuzione dei salari a ridotto le possibilità di consumo (nonostante il ricorso al credito abbia in parte supplito a questo deficit) ingenerando malcontento nei lavoratori e nei cittadini, mentre lo spettro della recessione appare sempre più tangibile in quanto non esiste nessuna volontà di mettere in discussione questo modello di sviluppo che abbisogna della guerra e del riarmo permanente per sopravvivere. Mentre la gente chiede di investire le risorse oggi destinate alla guerra a politiche economiche e sociali nuove, la politica, i media, gli economisti e gli esperti propongono come “medicina” per questo stato di cose la stessa ricetta che ha contribuito ad ingenerare la malattia. Investimenti miliardari nel riarmo e nelle infrastrutture (TAV e maga infrastrutture) senza curarsi dei livelli preoccupanti raggiunti dall’inquinamento, degli effetti devastanti prodotti dai mutamenti climatici e la prospettiva imminente dell’esaurimento dei combustibili fossili.
Ecco, io credo che la manifestazione di sabato è un piccolo, ma importante, granello di sabbia immesso nel motore di questa macchina insaziabile che è la politica di guerra e le politiche fondate sulla crescita infinita.
Forse su questo la sinistra dovrebbe avere qualcosa da dire o meglio da fare.
Ezio Casagranda - Filcams Cgil del Trentino
Trento, 17 settembre ’07
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