In seguito alla “Conquista che non scoprì l’America”, come definì in un suo saggio l’incontro mancato tra il Vecchio ed il Nuovo Mondo lo scrittore uruguayano Eduardo Galeano, per il continente sudamericano ed i suoi popoli originari è cominciata una storia fatta di ambiguità e violenze, pagine oscure in cui le identità ed il diritto ad esistere sono stati sistematicamente negati da un solare meccanismo di sopraffazione ed imposizione dei canoni della normalità e della naturalità europea.A questi popoli è stata “offerta” una storia insopportabile nella quale essi semplicemente non avevano posto. La Conquista li ha sottomessi ad una storicità che ne negava l’esistenza, che ne metteva in discussione la condizione umana.Solo grazie alle lotte di un frate, San Bartolomè de las Casas, nel 1537 Papa Leone III riconosceva che anche gli indigeni erano “esseri umani”, ma questo avveniva solo per poter così giustificare la loro violenta evangelizzazione, perché anche a loro fosse concessa l’opportunità di accedere al Paradiso dei Cristiani. Anche questa fu, in definitiva, un’occasione mancata per riconoscere la specifica identità culturale di queste genti, riconducendo la loro diversità ai nostri codici culturali e ritagliando così per loro, con la misura però dei nostri costumi, la figura del Barbaro.
In America Latina tutta la Storia è una colossale bugia: si impose al popolo di sottomettersi al Re di Spagna in una lingua sconosciuta. Le leggi di quell’ordine appartenevano, per quei popoli, al mondo del mito; le costituzioni non sono state che scherzi amari, miti nel peggior significato della parola.
A questo processo di esclusione le popolazioni indigene reagirono praticamente da subito elaborando delle storie che all’invasione di un mondo incomprensibile, quello mitico dell’uomo europeo, contrapposero l’evasione in un mondo altrettanto anomalo ed insolito, quello dei miti che offrivano quantomeno all’immaginario collettivo una speranza di riscatto, di un risarcimento; un mondo che diveniva mitico per il solo fatto di concedere al suo interno la legittimità ad esistere per i modi, i ricordi, le tradizioni indigene.
Nel corso dei secoli è più volte cambiato l’atteggiamento verso questa attitudine “mitizzante” dei popoli indigeni, esaltandone il valore di resistenza in alcuni momenti, denunciandone le ricadute sedative sulla coscienza della propria condizione, in altri.
Ma si è comunque consolidata la consapevolezza, per questo continente, che la narrazione della propria storia è lo strumento privilegiato per la rielaborazione di quei meccanismi attraverso i quali è andata de-formandosi la propria identità storica e culturale, il campo principe in cui poter giocare la partita delle attribuzioni di responsabilità e quindi del riconoscimento dei ruoli nel gioco di specchi che ha portato alla costituzione della realtà sudamericana di oggi, attraverso le sue “relazioni” col mondo europeo prima e con quello più in generale capitalistico poi.
La letteratura è divenuta, in America Latina, il territorio in cui poter sovvertire la dinamiche storiche di creazione della verità, il mondo in cui far riemergere quei tratti e quelle culture estromesse dalla Storia scritta dai vincitori, offrendoci così uno sguardo su ciò che la storia ha cercato di cancellare.
per questo oggi gli scrittori di questi continenti affermano che "narrare è resistere".In America Latina tutta la Storia è una colossale bugia: si impose al popolo di sottomettersi al Re di Spagna in una lingua sconosciuta. Le leggi di quell’ordine appartenevano, per quei popoli, al mondo del mito; le costituzioni non sono state che scherzi amari, miti nel peggior significato della parola.
A questo processo di esclusione le popolazioni indigene reagirono praticamente da subito elaborando delle storie che all’invasione di un mondo incomprensibile, quello mitico dell’uomo europeo, contrapposero l’evasione in un mondo altrettanto anomalo ed insolito, quello dei miti che offrivano quantomeno all’immaginario collettivo una speranza di riscatto, di un risarcimento; un mondo che diveniva mitico per il solo fatto di concedere al suo interno la legittimità ad esistere per i modi, i ricordi, le tradizioni indigene.
Nel corso dei secoli è più volte cambiato l’atteggiamento verso questa attitudine “mitizzante” dei popoli indigeni, esaltandone il valore di resistenza in alcuni momenti, denunciandone le ricadute sedative sulla coscienza della propria condizione, in altri.
Ma si è comunque consolidata la consapevolezza, per questo continente, che la narrazione della propria storia è lo strumento privilegiato per la rielaborazione di quei meccanismi attraverso i quali è andata de-formandosi la propria identità storica e culturale, il campo principe in cui poter giocare la partita delle attribuzioni di responsabilità e quindi del riconoscimento dei ruoli nel gioco di specchi che ha portato alla costituzione della realtà sudamericana di oggi, attraverso le sue “relazioni” col mondo europeo prima e con quello più in generale capitalistico poi.
La letteratura è divenuta, in America Latina, il territorio in cui poter sovvertire la dinamiche storiche di creazione della verità, il mondo in cui far riemergere quei tratti e quelle culture estromesse dalla Storia scritta dai vincitori, offrendoci così uno sguardo su ciò che la storia ha cercato di cancellare.
Per queste ragioni l’Associazione El Puerto, presente a Bolzano nel Festival Multietnico dal 12 al 22 di Settembre, ha deciso di impiegare anche lo strumento letterario, quello composto di libri di narrativa e saggistica, nel suo percorso per la promozione e l’informazione della cultura e delle lotte indigene del Chaco, regione a nord dell’Argentina accomunata al resto del continente tanto nell’origine storica delle afflizioni del suo popolo autoctono tanto nell’urgenza di completare il cammino che porta al riconoscimento della sua storia ed all’autodeterminazione della dignità dei popoli che lo abitano.
Perciò l’Associazione El Puerto chiede la Vostra collaborazione per allestire un punto vendita di testi provenienti dal continente sudamericano, siano essi di genere narrativo o saggistico.
Ringraziandovi per la disponibilità, Vi invitiamo a farci visita presso il nostro stand.
Associazione El Puerto - Trento 12 settembre 2007
Perciò l’Associazione El Puerto chiede la Vostra collaborazione per allestire un punto vendita di testi provenienti dal continente sudamericano, siano essi di genere narrativo o saggistico.
Ringraziandovi per la disponibilità, Vi invitiamo a farci visita presso il nostro stand.
Associazione El Puerto - Trento 12 settembre 2007
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