La posizione della Filcams Cgil del Trentino riguardo all’aumento dei prezzi ed alle necessarie scelte per contrastare questa crescita esponenziale sono note a tutti e vanno dai necessari interventi sulle filiere distributive fino alla richiesta di una nuova scala mobile a tutela dei salari e delle pensioni.
Altro aspetto, su cui invito al il signor Cunego ad una riflessione più attenta, riguarda la richiesta di arrivare, per quanto concerne il pubblico, ad una sorta di prezzi amministrati come strumento di assunzione di responsabilità da parte dell’Ente pubblico o delle amministrazioni para pubbliche come ad esempio l’ITEA e l’A22.
Prendiamo l’esempio degli aumenti dei pedaggi dell’autostrada del Brennero. Stando ai più che floridi bilanci dell’A22 non era necessario nessun aumento dei pedaggi in quanto gli utili, con le royalty derivanti dai nuovi appalti delle aree di servizio, sono aumentati in modo esponenziale. Quindi siamo davanti ad un aumento che non trova giustificazioni se non nella scelta (già annunciata dall’ex presidente Willeit), di utilizzare l’aumento dei pedaggi autostradali per “succhiare” risorse ai viaggiatori per finanziare il costoso, devastante ed inutile TAV del Tunnel del Brennero.
A sostegno di quanto sopra evidenziato si richiama il fatto che l’A22 si rifiuta di adeguare, per il trasposto merci, le tariffe a quelle europee in modo da ridurre, da subito il traffico di TIR sull’A22. Quindi siamo davanti a scelte politiche discutibili che generano aumento dei prezzi ingiustificati ed a pagarne il conto sono ancora una volta i semplice cittadini e non le grandi multinazionali dei trasporti.
Si potrebbe continuare con l’ITEA visto che la sua privatizzazione sembra generi un aumento dei canoni di locazione, ma sicuramente ha già prodotto un aumento degli affitti per gli appartamenti privati. Era proprio obbligatoria la sua privatizzazione ? Perché gli aumenti derivanti da questa scelta politica deve esser pagata dagli inquilini ? e si potrebbe continuare.
Per quanto riguarda i bassi salari più che di “sconfitta del sindacato” si tratta di conseguenze derivanti dal modello di sviluppo che drena risorse dal lavoro a favore della finanza e di una precarizzazione del lavoro contro cui il sindacato, con tutti i suoi limiti, si è sempre battuto. La stessa cosa non si può dire per altri soggetti sociali.
Ricordo a Cunego che una delle cause dell’aumento dei prezzi è anche la delocalizzazione degli impianti di trasformazione i cui costi di trasporto si ripercuotono sui prezzi. La stessa cosa vale per le aperture domenicali e festive, che a parità di moneta spendibile, innalzano i maggiori costi di struttura che si vanno a scaricare sul prezzo finale. Spesso, però a chiedere le aperture indiscriminate delle domeniche sono le stesse associazioni dei consumatori.
P la Filcams Cgil del Trentino
Ezio Casagranda
Trento, 9 gennaio ’08
Altro aspetto, su cui invito al il signor Cunego ad una riflessione più attenta, riguarda la richiesta di arrivare, per quanto concerne il pubblico, ad una sorta di prezzi amministrati come strumento di assunzione di responsabilità da parte dell’Ente pubblico o delle amministrazioni para pubbliche come ad esempio l’ITEA e l’A22.
Prendiamo l’esempio degli aumenti dei pedaggi dell’autostrada del Brennero. Stando ai più che floridi bilanci dell’A22 non era necessario nessun aumento dei pedaggi in quanto gli utili, con le royalty derivanti dai nuovi appalti delle aree di servizio, sono aumentati in modo esponenziale. Quindi siamo davanti ad un aumento che non trova giustificazioni se non nella scelta (già annunciata dall’ex presidente Willeit), di utilizzare l’aumento dei pedaggi autostradali per “succhiare” risorse ai viaggiatori per finanziare il costoso, devastante ed inutile TAV del Tunnel del Brennero.
A sostegno di quanto sopra evidenziato si richiama il fatto che l’A22 si rifiuta di adeguare, per il trasposto merci, le tariffe a quelle europee in modo da ridurre, da subito il traffico di TIR sull’A22. Quindi siamo davanti a scelte politiche discutibili che generano aumento dei prezzi ingiustificati ed a pagarne il conto sono ancora una volta i semplice cittadini e non le grandi multinazionali dei trasporti.
Si potrebbe continuare con l’ITEA visto che la sua privatizzazione sembra generi un aumento dei canoni di locazione, ma sicuramente ha già prodotto un aumento degli affitti per gli appartamenti privati. Era proprio obbligatoria la sua privatizzazione ? Perché gli aumenti derivanti da questa scelta politica deve esser pagata dagli inquilini ? e si potrebbe continuare.
Per quanto riguarda i bassi salari più che di “sconfitta del sindacato” si tratta di conseguenze derivanti dal modello di sviluppo che drena risorse dal lavoro a favore della finanza e di una precarizzazione del lavoro contro cui il sindacato, con tutti i suoi limiti, si è sempre battuto. La stessa cosa non si può dire per altri soggetti sociali.
Ricordo a Cunego che una delle cause dell’aumento dei prezzi è anche la delocalizzazione degli impianti di trasformazione i cui costi di trasporto si ripercuotono sui prezzi. La stessa cosa vale per le aperture domenicali e festive, che a parità di moneta spendibile, innalzano i maggiori costi di struttura che si vanno a scaricare sul prezzo finale. Spesso, però a chiedere le aperture indiscriminate delle domeniche sono le stesse associazioni dei consumatori.
P la Filcams Cgil del Trentino
Ezio Casagranda
Trento, 9 gennaio ’08
1 commento:
il comitato difesa consumatori, associazione della quale è portavoce paolo Cunego, da anni ha dichiarato la sua contrarietà alle aperture domenicali della provincia di trento, questo per il semplice motivo che non sono effettuate per la comodità del cittadino-consumatore, ma solamente per l'interesse del commerciante. al contrario la federconsumatori, associazione della CGIL è favorevole,il conflitto di interessi è all'interno della vostra organizzazione.
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