mercoledì 2 gennaio 2008

La creatività che manca


Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel suo discorso agli Italiani di fine anno ha tracciato un bilancio sociale e materiale del paese sostanzialmente positivo. Un bilancio che non posso condividere nella sua filosofia di fondo, in quanto sulla parte sociale siamo davanti a semplici esortazioni di facciata. Non parlo solo degli omicidi che avvengono sul posto di lavoro, per i quali oltre allo sdegno, (il Presidente che ha definito l’incidente della Thissen “una inaudita strage”) mi sarei aspettato una sua proposta per fare del 6 dicembre una giornata di lutto nazionale come primo segnale che, con le morti sul lavoro si intende cambiare veramente strada con i fatti e non solo a parole. Purtroppo anche Napolitano si è limitato alla semplice denuncia senza conseguenze per le imprese.
Sul versante dei prezzi, mentre Lui si limita ad un richiamo formale, da un analisi della Adusbef risulta che gli aumenti della tariffe e dei servizi (acqua, gas, elettricità, autostrade ecc) comporterà per le famiglie un esborso che varia fra i 1500,00 e 1700,00 euro annui. Aumenti che decurtano il già magro salario dei lavoratori di oltre il 10-15%. Una tassa che colpisce i redditi più bassi in maniera proporzionalmente inversa dei redditi medio alti. Nessun richiamo, ne formale ne sostanziale, alla scandalosa posizione assunta da Confindustria e Confcommercio che non vogliono rinnovare i contratti che interessano oltre 6 milioni di famiglie e che sono scaduti da diversi mesi o anni.
Per non parlare del declino sociale e morale del paese. Abbiamo dirigenti e manager che vengono strapagati anche se il loro operare porta le aziende che dirigono al fallimento (vedi le ferrovie o Alitalia) e quanto vengono sostituiti ricevono liquidazioni di svariati milioni di euro come premio dei loro fallimenti. Per non parlare delle consulenze inutili, ma ben remunerate, che vengono utilizzate dall’Ente pubblico per ricompensare i vari amici di turno. Senza contare che nel settore dei servizi le esternalizzazioni vengono utilizzate al solo scopo di comprimere i costi attraverso il peggioramento delle condizioni dei lavoratori e delle lavoratrici che così sono più precari e quindi più ricattabili.
Una situazione su cui il Presidente Napolitano ha volutamente sorvolato ma che appare scandalosa a quanti ogni mese sono costretti a fare nuove rinunce per sbarcare il lunario.
Contrastare questa deriva sociale significa è compito delle organizzazioni sindacali che hanno il compito di tutelare i lavoratori anche nei confronti delle politiche dei governi nazionali e locali le cui scelte gravano sulle nostre tasche.
Caro Presidente, l’unica creatività di molte aziende italiane è quella di ridurre i diritti dei lavoratori o proporre soluzioni che richiamano i primi anni del secolo scorso mentre milioni di famiglie italiane sono costrette alla “creatività” per poter sbarcare il lunario con un salario e una pensione sempre più scarne, mentre i prezzi dei generi di prima necessità e delle tariffe aumentano in modo esponenziale. Far quadrare il bilancio in questa situazione richiede “sacrificio e creatività” che mancano alla politica italiana e, mi scusi Presidente, erano le grandi assenti del suo discorso di fine anno.
Ezio Casagranda - Filcams Cgil del Trentino

Trento, 2 gennaio ’08

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