giovedì 3 gennaio 2008

Crisi Negozi: segnale di declino

Da alcuni giorni la stampa locale riporta, con grande risalto, il dato delle cessate attività dei negozi in provincia di Trento con particolare riferimento alle città di Trento e Rovereto. Ho letto le affermazioni dei vari titolari e credo che la questione affitti, o meglio i costi della rendita immobiliare, sia una delle principali cause, assieme alla crisi dei salari, della moria di negozi nei centri storici di Trento e Rovereto.
Ritengo questo dato un altro segnale che si aggiunge a molti altri (crisi quarta settimana, declino industriale) della crisi sociale che stiamo attraversando e che l’Amministrazione pubblica e le varie associazioni datoriali cercano di nascondere rincorrendo la politica delle aperture domenicali selvagge e che anche nel Veneto stanno mostrando grossi limiti.
Quello che abbiamo davanti sono le conseguenze del declino che sta segnando negativamente anche un settore come quello del commercio. Una spia di un disagio sociale più ampio che coinvolge la condizione complessiva di cittadini e di lavoratori sul versante della distribuzione del reddito da una parte e sulla questione salariale dall'altra.
Assistiamo ad un preoccupante processo di redistribuzione del reddito prodotto a livello generale a favore delle attività speculative e delle rendite immobiliari e finanziarie che accanto ad una politica di compressione dei salari e dei diritti sociali e del lavoro strangola l’economia a tutti i livelli. Basti analizzare i dati relativi alle chiusure parziali o totali delle attività industriali e dei negozi per rendersi conto che ci stiamo avvicinando a grandi passi al limite di rottura della tenuta sociale del paese.
Una situazione a tenaglia che sta falcidiando redditi e salari e che pesa come un macigno sulla capacità di spesa dei cittadini e dei lavoratori. Il ricorso esponenziale all’acquisto rateale è non solo sintomo dell’impoverimento generale, ma anche un sintomo di una pericolosa malattia che rischia di portare alla paralisi l’intero sistema.
Diventa quindi importante aggredire le rendite speculative e la questione salariale capovolgendo l’attuale filosofia in modo da ridurre i costi degli affitti (speculazione) e, attraverso la leva fiscale, ridare fiato ai salari ed alla capacità di spesa dei cittadini rilanciando il volano dei consumi. Uscire dalle vecchie logiche del costo del lavoro, della precarizzazione o dell’allungamento degli orari alla domenica, rivitalizzazione dei centri storici, politica degli affitti possono diventare i cardini su cui può innescarsi un progetto condiviso in grado di dare nuova linfa a questo settore in difficoltà.

Ezio Casagranda - Filcams Cgil del Trentino

Trento, 3 gennaio 2008

3 commenti:

Anonimo ha detto...

sono in prov.di roma ho un negozio d' animali,e va da schifo,come risolleviamo questa situazione???

Anonimo ha detto...

Ho investito 90 mila euro,bruciati in 2 anni ,maledetti politici

Anonimo ha detto...

sono a roma...ho un negozio di abbigliamento e il lavoro è completamente fermo!!!!come ne usciamo????