Una vertenza come tante. Gente che perde casa, cosa volete che interessi... Eppure in questa storia del Fondo pensione degli ex dipendenti della Cassa di Risparmio di Trieste (una «cassa di risparmio», notate bene!), oggi entrata tra gli asset di Unicredit, c'è in nuce la svolta di inizio millennio, la finanziarizzazione dell'economia. Una volta i fondi pensione delle casse di risparmio avevano il nobile scopo di integrare i redditi dei dipendenti presenti, passati e futuri. Infatti investivano in immobili, dati quasi sempre in locazione ai dipendenti stessi ad affitto calmierato. Oppure a persone terze, per integrare le casse. Un modo per tamponare l'emergenza-casa, in una logica di welfare padronale - stile Adriano Olivetti, per fare un esempio classico - e per dimostrare come tra imprenditori e lavoratori ci potesse essere qualcosa di meglio della temuta «lotta di classe». Altri tempi.Nelle prossime settimane è attesa un'analoga iniziativa di «sfratto indiretto» dello stesso fondo pensione. In quel di Trieste, però. Dov'è presumibile siano molti gli inquilini ad aver avuto (o avere in questo momento) rapporti di lavoro con la Cassa di risparmio. La teoria economica in questo momento più sostenuta dagli editorialisti mainstream recita che i fondi pensione sono indispensabili per arrotondare gli assegni dei futuri pensionati, alle prese con la progressiva riduzione degli importi causati dall'introduzione del metodo contributivo. Vengono presentati, insomma, come una misura di difesa dei redditi presenti e futuri dei lavoratori.Le case di viale dei Colli Portuensi, invece, ci dimostrano - fatti alla mano - che la finanziarizzazione del welfare (persino di quello privato!) produce il risultato assolutamente opposto. Fino alla vertigine paradossale del Fondo pensione della Cassa di risparmio triestina che per «aumentare i rendimenti» vende le case e rovina la vita di quelli che dovrebbe in teoria tutelare. Attendiamo impazienti un editoriale del Corsera che spieghi anche a costoro i mirabolanti vantaggi dei fondi pensione privati.
Tommaso de Berlanga Il Manifesto 20 gennaio 2008
1 commento:
Forse sbaglio, ma ho la netta impressione che quello che è successo ai fondi pensione della cassa di rispermio di Trieste sia solo la punta di un iceberg molto più grande che coinvolgerà i fondi contrattuali e le stesse imprese.
La finanziariarizzazione dei fondi promette miracoli ma nei fatti pratica la politca del "prendi i soldi e scappa". Un pericolo molto più reale di quel che si crede alla faccia dei milioni di pensionati che resteranno beffati e senza pensione.
Per questo bisogna continuare a battersi perchè la una pansione pubblica dignotosa rimanga un diritto ed il pilastro del sistema previdenziale.
Forse i sostenitori dell'accordo sul welfare del luglio scorso e quanti tifano per il multicomparto nei fondi pensione dovrebbero avviare un'attanta riflessione.
Posta un commento