Con un pacchetto di proposte che vanno dalle detrazioni Irpef da lavoro dipendente, alle detrazioni per i figli, intervento per sterilizzare gli aumenti di benzina e riscaldamento. Il tutto per uno sforzo finanziario valutabile intorno agli 8 miliardi di euro che il governo si sta impegnando a recuperare considerando l'extragettito del 2008 e con l'introduzione dell'aliquota unica del 20 per cento sulle rendite finanziarie. Naturalmente queste proposte devono fare i conti con le compatibilità finanziarie complessive. Insomma i conti vanno fatti con Padoa-Schioppa.
Sul Giornale “la repubblica” di ieri si poteva leggere testualmente che sulla questione della detassazione degli aumenti contrattuali ci sono “due scuole di pensiero: Rifondazione e in parte la Uil vorrebbero detassare il contratto nazionale slegando di fatto gli aumenti dalla produttività; Cgil e Cisl invece, con la sponda del governo, vorrebbero favorire con incentivi la contrattazione aziendale dove conta la produttività …. qualche problema potrebbe venire da Rifondazione che ieri con Ferrero ha chiesto un aumento di 100 euro mensili in busta paga, misura che costerebbe circa 18 miliardi. Evitiamo la politica del "più uno", replicano dalla Cgil con Marigia Maulucci.”
Affermazioni, quelle della Maulucci, che se rispondenti al vero, oltre a farmi venire la pelle d’oca mi appaiono estremamente pericolose oltre che preoccupanti in bocca ad una sindacalista per alcuni elementari motivi.
Il primo riguarda l’autonomia sindacale: non compete al sindacato prendere le difese delle posizioni di una parte del Governo contro un’altra parte.
La seconda riguarda il merito: come si fa a sostenere che rimettere in busta paga 100 euro al mese ai lavoratori è fare il “più uno” quando il costo di questa operazione (costo complessivo 18 miliardi) è pari ad un terzo di quanto è stato stanziato per le spese militari nelle ultime due finanziarie? Soldi che servono non al rilancio dell’economia ma a produrre strumenti di guerra e di morte che producono miseria fame e disperazione nelle popolazioni colpite dalla guerra o dal fuoco amico e dalla cosiddetta “contingente necessità” .
Come fa una sindacalista a sostenere che i soldi per restituire il maltolto ai lavoratori è demagogia (fare il +1) mentre nessuna parola viene spesa per criticare l’aumento delle spese militari (+24%) in due anni.
Per questo invito la Maulucci a provare, come ha fatto l’imprenditore di Modena) a vivere con 950 euro al mese e poi vediamo se giudica ancora un aumento di 100 euro mensile demagogico o indispensabile per dare una boccata di ossigeno ai salari.
Infine, non capisco la posizione della Cgil sulla sua contrarietà alla detassazione degli aumenti derivanti dal CCNL.. A quanto mi risulta il nostro ultimo congresso ha ribadito la centralità del contratto nazionale come strumento per l’aumento del potere di acquisto delle retribuzioni. Ma forse mi sono perso qualche passaggio nella lunga corsa, avviata con l’accordo sul welfare, della Cgil verso la filosofia della Cisl in nome di una unità che non c’è.
A questo punto mi chiedo a cosa serve una conferenza di organizzazione se poi ci accodiamo alla Cisl senza batter ciglio?
Affermazioni, quelle della Maulucci, che se rispondenti al vero, oltre a farmi venire la pelle d’oca mi appaiono estremamente pericolose oltre che preoccupanti in bocca ad una sindacalista per alcuni elementari motivi.
Il primo riguarda l’autonomia sindacale: non compete al sindacato prendere le difese delle posizioni di una parte del Governo contro un’altra parte.
La seconda riguarda il merito: come si fa a sostenere che rimettere in busta paga 100 euro al mese ai lavoratori è fare il “più uno” quando il costo di questa operazione (costo complessivo 18 miliardi) è pari ad un terzo di quanto è stato stanziato per le spese militari nelle ultime due finanziarie? Soldi che servono non al rilancio dell’economia ma a produrre strumenti di guerra e di morte che producono miseria fame e disperazione nelle popolazioni colpite dalla guerra o dal fuoco amico e dalla cosiddetta “contingente necessità” .
Come fa una sindacalista a sostenere che i soldi per restituire il maltolto ai lavoratori è demagogia (fare il +1) mentre nessuna parola viene spesa per criticare l’aumento delle spese militari (+24%) in due anni.
Per questo invito la Maulucci a provare, come ha fatto l’imprenditore di Modena) a vivere con 950 euro al mese e poi vediamo se giudica ancora un aumento di 100 euro mensile demagogico o indispensabile per dare una boccata di ossigeno ai salari.
Infine, non capisco la posizione della Cgil sulla sua contrarietà alla detassazione degli aumenti derivanti dal CCNL.. A quanto mi risulta il nostro ultimo congresso ha ribadito la centralità del contratto nazionale come strumento per l’aumento del potere di acquisto delle retribuzioni. Ma forse mi sono perso qualche passaggio nella lunga corsa, avviata con l’accordo sul welfare, della Cgil verso la filosofia della Cisl in nome di una unità che non c’è.
A questo punto mi chiedo a cosa serve una conferenza di organizzazione se poi ci accodiamo alla Cisl senza batter ciglio?
Ezio Casagranda - Filcams Cgil del Trentino
Trento, 10 gennaio 2008
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