venerdì 4 gennaio 2008

Morti sul lavoro:Pagherete caro

Le associazioni padronali non sono enti morali, l'unica etica che conoscono è quella del profitto. Detta così, sembra una sparata ideologica, un rigurgito di odio di classe fuori stagione. Eppure, a sostenerla sono proprio i leader delle suddette associazioni; che a Torino hanno reagito con sdegno alla proposta del consiglio comunale di Torino al presidente di Confindustria, Luca di Montezemolo: perché non espellete le aziende che violano le leggi sulla sicurezza? Perché non riservate, a chi tra voi uccide danneggia i lavoratori per lucro, lo stesso trattamento applicato in Sicilia a chi si rifà con la mafia?
I presidenti dell’Unione industriale, delle Api e dei costruttori della città colpita dalle fiamme della ThyssenKrupp s’indignano e gridano che le loro associazioni hanno altri scoppi: “Il nostro mestiere è fornire servizi, non fare giustizia”, ha detto a “Repubblica” il capo degli industriali. Claudia Pocchietto, dall’alto della sala comandi dell’Associazione piccole imprese aggiunge che un modo per ridurre gli infortuni ci sarebbe:”perché non pensare a sgravi fiscali per aiutare le imprese a migliorare la sicurezza?” L’impresa ha l’imperativo morale di fare utili. Se la collettività pretende che per raggiungere tale scopo non vengano uccisi, feriti o avvelenati gli operai, che quelli utili all’impresa producono, se ne faccia carico. Lo stato paghi dunque i costi necessari per mettere in sicurezza gli impianti moltiplicando gli sgravi ai padroni. I quali, poveracci, non possono dilapidare per scopi umanitari il maltolto( o plusvalore) già prosciugati dalle tasse. Una riprova di questa etica di impresa? Nelle trattative per il rinnovo del contratto, Federmeccanica ha respinto la richiesta di Fim Fiom e Uilm di un’ora all’anno di assemblea per discutere di sicurezza sul lavoro. Ma forse i padroni non sono così cattivi e sarebbero disposti a concederla quell’ora: Sempre che lo stato sia disposto a farsi carico dei costi
Loris Campetti - il Manifesto
Roma, 4 gennaio 2008

5 commenti:

Anonimo ha detto...

E pensare che il Presidente Napolitano nel suo discorso agli italiani ha esortato a contare sulla "creatività" delle imprese e del lavoro. L'arroganza dei padroni che continua a fare omicidi del lavoro sono la cruda testimonianza della lontananza, anche di questa Istituzione, dalla realtà quotidiana.
Tutti dobbiamo domandarci il perché di tanta tracotanza e di questa scarsa sensibilità sociale del padronato italiano. Dobbiamo dire con forza che la causa principale è da ricercarsi nella rinuncia della Cgil e della sinistra di battersi per una cultura alternativa al profitto.
ormai l'impresa viene, a torto, ritenuta il centro del modello produttivo e sociale. Per questo battersi per una cultura del lavoro come valore sociale,morale e culturale significa combattere questa centralità dell'impresa, del profitto e della finanza.
Cara Cgil e cara sinistra (o cosa rossa), aprite gli occhi, la stragrande maggioranza dei padroni di oggi, come ieri, non sono mai sazi, dopo la flessibilità, la precarietà e la tua intelligenza pretendono anche la tua vita.
Dobbiamo dire basta a questo modo di fare della politica, dobbiamo dire a Cgil Cisl e Uil che l'arroganza del padrone si ferma solo con la lotta e per questo bisogna andare ad uno sciopero generale per rivendicare il diritto al lavoro, per un salario dignitoso e per il sacrosanto diritto a non morire di lavoro.
Mi sembra il minimo per un sindacato e per una sinistra che "pretendono" di rappresentare il lavoro e i cittadini onesti.
Ezio Casagranda

Anonimo ha detto...

Caro Ezio,credo sia da sognatori pretendere che la Cgil capisca quanto affermi, basta vedere come dichiara a gran voce la lotta alla precarietà e poi assume tramite il Caaf quasi solo ed esclusivamente precari (..a meno che non siano imparentati con qualche funzionario Cgil...).
...ma da "sognatori" quali siamo, continueremo comunque a lottare!
Ciao
Nicoletta

Anonimo ha detto...

E per finire un'altra chicca!
Martedi'8 gennaio Governo e Sindacati si incontreranno non per sollecitare il rinnovo dei CONTRATTI NAZIONALI scaduti ma, per discutere su sconti fiscali da attuare nella contrattazione di secondo livello(ossia aziendale).
La stessa che tocca solo il 20-25% delle aziende ,tutte grandi,tutte al nord e che ad un lavoratore dipendente farebbero risparmiare
23 euro ai redditi tra gli 8-15 mila euro,
13 euro tra 15-28 mila,
15 euro tra 28-55 mila,
23 euro tra 55-75 mila e
28 euro oltre i 75 mila.
Questi soldi inoltre non uscirebbero dalle tasche delle poche aziende interessate, MA DA NOI visto che i soldi interessati dalla detassazione(150 milioni di euro)derivano dal protocollo del Welfare.
Continuo a ripetermi,l'UNICO,VERO,IMPORTANTE é il CONTRATTO NAZIONALE,non svuotiamolo ma riempiamolo di contenuti e tutele non interpretabili.
Al sindacato scrivo di riprendere il ruolo che ha perso se vuole ritrovare i lavoratori al proprio fianco.

Anonimo ha detto...

Prima o poi imparerò come si usa il computer.L'anonimo che non riesce a firmarsi sono io,Swetlana.

Anonimo ha detto...

Ieri su una rete tv locale si comunicava agli ascoltatori(perchi non lo sapeva?) che i prezzi dei generi alimentari i Trentino sono aumentati di più che nel resto d'Italia.Dall'altra parte si chiede ai lavoratori,di pagare la sicurezza nei posti di lavoro, come se il sangue finora versato non bastasse a esigere posti di lavoro sicuri con salari dignitosi.Tra un po torneremo indietro di cinquanta anni e anche lo studio sarà un lusso e i ragazzi andranno a lavorare per poter vivere. Perchè quella signora così per bene, griffata,profumata non va a spiegare il suo punto di vista alle famiglie dei morti e agli operai disopccupati della fonderia di Torino. Alla faccia del presidente COMUNISTA. Lo sciopero e l'unica arma rimasta per cambiare il sistema.
lo chef