Forse sarà una coincidenza, ma debbo rilevare che ogni volta che la stampa riporta il fatto che la Filcams Cgil del Trentino solleva problemi e/o chiede, come in questo caso, chiarimenti ad una cooperativa subito un gruppo di dipendenti scrive al giornale per dire che tutto va bene “madama la Marchesa”.
Non vorrei che, come nei casi precedenti, alla fine i fatti poi diano ragione alla Filcams in quanto sono state accertate le violazioni contrattuali e di legge da noi denunciate.
Precisato questo, prendo atto della lettera, la quale, seppure indirettamente, ammette quanto da noi rilevato, e quindi non intendo controbattere sulla stampa alle affermazioni fatte dalle lavoratrici. Ritengo che la sede più opportuna sia l’assemblea sindacale che andremmo a convocare immediatamente dopo l’incontro con la Direzione della cooperativa Mimosa.
Ciò premesso richiamo alcune questioni sulle quali vale la pena riflettere:
L’aumento della precarizzazione del lavoro porta ad una situazione di sudditanza del lavoro che spesso rasenta la condivisione della scelta subita. Infatti, il lavoratore precario (vedi co.co.pro, a termine ecc.) non si trova davanti ad una libera scelta fra accettare quel lavoro o “essere assunto in provincia”, ma fra “accettare” le condizioni imposte dall’azienda, spesso pesanti e ai limiti delle norme, o rimanere disoccupato.
La stessa cosa vale per il lavoro nero e irregolare. Non è sufficiente che le parti (lavoratore ed azienda) siano d’accordo, perché tutto possa dirsi regolare. Infatti proprio perché il rapporto non è paritario fra azienda e lavoratore disoccupato, la legge e i contratti sono fatti per tutelare la parte più debole, cioè il lavoratore. E tutelare il lavoratore significa tutelare chi subisce una violazione dei suoi diritti anche se, è un solo lavoratore fra centinaia di dipendenti. Questa non è solo una scelta della Filcams Cgil del Trentino ma un preciso dettato Costituzionale.
Come Filcams Cgil del Trentino abbiamo richiesto anche un incontro con il Sindaco di Riva Molinari non solo per avere i necessari chiarimenti sul caso specifico ma per rivendicare una precisa scelta da parte di questa amministrazione in materia di appalti e di esternalizzazioni. Infatti, a generare situazioni di disagio e di violazioni delle norme contrattuali, che ripeto devono esser rispettate a prescindere dalla volontà soggettiva delle parti, è il meccanismo perverso delle esternalizzazione e degli appalti al massimo ribasso.
Appalti che nei comparti dei servizi, dove i costi prevalenti (oltre il 90%) è costituito dal personale il massimo ribasso significa mettere in discussione diritti fondamentali dei lavoratori occupati negli appalti. Per questo, insistiamo nel voler chiarire all'Amministrazione Comunale le pesanti conseguenza che i metodi del massimo ribasso hanno sul versante delle condizioni di quanti lavorano nell'appalto.
Alla luce di questo a noi pare scandaloso che il Consiglio comunale di Riva (del quale rispetto l’autonomia) abbia respinto un ordine del giorno, approvato in altri comuni come Trento, sulla necessità che nei capitolati di appalto siano inserite norme vincolanti sul contratto da applicare e sul rispetto degli stessi. Inoltre si vuole utilizzare l’incontro richiesto per ribadire al Sindaco che fra i suoi compiti, in qualità di ente appaltante, e la stessa cosa vale per il Palafiere, è quello di vigilare affinché i contratti in materia di orario di lavoro (max 10 ore al giorno e 48 settimanali) le normative (maggiorazioni contrattuali) e salariali siano puntualmente rispettate.
La Filcams in particolare sta lottando per superare la logica della riduzione dei costi e gli appalti al massimo ribasso, una delle condizioni indispensabili per tutelare al meglio i lavoratori anche dal punto di vista salariale. La seconda e quella di farli prendere consapevolezza delle loro condizioni di lavoratori precari e quindi soggetti alle pressioni, dirette e indirette, derivanti dall’attuale sistema degli appalti.
P la Filcams Cgil del Trentino
Ezio Casagranda
Trento 19 gennaio 2008
Non vorrei che, come nei casi precedenti, alla fine i fatti poi diano ragione alla Filcams in quanto sono state accertate le violazioni contrattuali e di legge da noi denunciate.
Precisato questo, prendo atto della lettera, la quale, seppure indirettamente, ammette quanto da noi rilevato, e quindi non intendo controbattere sulla stampa alle affermazioni fatte dalle lavoratrici. Ritengo che la sede più opportuna sia l’assemblea sindacale che andremmo a convocare immediatamente dopo l’incontro con la Direzione della cooperativa Mimosa.
Ciò premesso richiamo alcune questioni sulle quali vale la pena riflettere:
L’aumento della precarizzazione del lavoro porta ad una situazione di sudditanza del lavoro che spesso rasenta la condivisione della scelta subita. Infatti, il lavoratore precario (vedi co.co.pro, a termine ecc.) non si trova davanti ad una libera scelta fra accettare quel lavoro o “essere assunto in provincia”, ma fra “accettare” le condizioni imposte dall’azienda, spesso pesanti e ai limiti delle norme, o rimanere disoccupato.
La stessa cosa vale per il lavoro nero e irregolare. Non è sufficiente che le parti (lavoratore ed azienda) siano d’accordo, perché tutto possa dirsi regolare. Infatti proprio perché il rapporto non è paritario fra azienda e lavoratore disoccupato, la legge e i contratti sono fatti per tutelare la parte più debole, cioè il lavoratore. E tutelare il lavoratore significa tutelare chi subisce una violazione dei suoi diritti anche se, è un solo lavoratore fra centinaia di dipendenti. Questa non è solo una scelta della Filcams Cgil del Trentino ma un preciso dettato Costituzionale.
Come Filcams Cgil del Trentino abbiamo richiesto anche un incontro con il Sindaco di Riva Molinari non solo per avere i necessari chiarimenti sul caso specifico ma per rivendicare una precisa scelta da parte di questa amministrazione in materia di appalti e di esternalizzazioni. Infatti, a generare situazioni di disagio e di violazioni delle norme contrattuali, che ripeto devono esser rispettate a prescindere dalla volontà soggettiva delle parti, è il meccanismo perverso delle esternalizzazione e degli appalti al massimo ribasso.
Appalti che nei comparti dei servizi, dove i costi prevalenti (oltre il 90%) è costituito dal personale il massimo ribasso significa mettere in discussione diritti fondamentali dei lavoratori occupati negli appalti. Per questo, insistiamo nel voler chiarire all'Amministrazione Comunale le pesanti conseguenza che i metodi del massimo ribasso hanno sul versante delle condizioni di quanti lavorano nell'appalto.
Alla luce di questo a noi pare scandaloso che il Consiglio comunale di Riva (del quale rispetto l’autonomia) abbia respinto un ordine del giorno, approvato in altri comuni come Trento, sulla necessità che nei capitolati di appalto siano inserite norme vincolanti sul contratto da applicare e sul rispetto degli stessi. Inoltre si vuole utilizzare l’incontro richiesto per ribadire al Sindaco che fra i suoi compiti, in qualità di ente appaltante, e la stessa cosa vale per il Palafiere, è quello di vigilare affinché i contratti in materia di orario di lavoro (max 10 ore al giorno e 48 settimanali) le normative (maggiorazioni contrattuali) e salariali siano puntualmente rispettate.
La Filcams in particolare sta lottando per superare la logica della riduzione dei costi e gli appalti al massimo ribasso, una delle condizioni indispensabili per tutelare al meglio i lavoratori anche dal punto di vista salariale. La seconda e quella di farli prendere consapevolezza delle loro condizioni di lavoratori precari e quindi soggetti alle pressioni, dirette e indirette, derivanti dall’attuale sistema degli appalti.
P la Filcams Cgil del Trentino
Ezio Casagranda
Trento 19 gennaio 2008
6 commenti:
ma la filcams tutela i lavoratori o cerca di far perdere il lavoro?
certi comportamenti dovrebbero prima essere oggetto di riflesioni e capire se portano a benefici o a perdita delle poche occasioni di piter lavorare e guadagnare qualche euro.
è comodo sparare sentenze senza mettersi nei panni di chi non ha possibilità di andare altrove e si prodiga per portare soldi a casa,inoltre bisognerebbe chiedersi se è il casi di attaccare la gente solo per partito preso o perchè qualche partito è infastidito dagli imprenditori.
forse c'è qualche interesse proprio a voler sbattere mostri in prima pagina?
inoktre...sono sicuri i sindacalisti che possono andare sui luoghi di lavoro a fare ispezioni senza averne il permesso di chicchessia?
non è sempre conveniente mettersi contro chi lavora..e non ha un posto pagato dietro ad una scrivania.c'è anche chi puo sentirsi strumentalizzato e non accettare certi modi fare.pensare prima di agire di sicuro non fa commettere errori,ma pare che in certi luoghi la gente non pensi prima di fare...e certi comportamenti possono anche avere rilevamza penale.
Condivido con Ezio la sua presa di posizione,credo che spesso il sottostare alle esigenze aziendali per un salario certamente indispensabile,porti allo sfruttamento e al ricatto di tutti i lavoratori ,sia economicamente che in fatto di sicurezza sul lavoro(2 operai morti a Marghera).Sono certo che questo modo di agire da parte delle aziende, porterà al libero mercato e all' auspicata mobilità del lavoro con una ricaduta sui salari (GLI STIPENDI DEI LAVORATORI ITALIANI SONO TRA I PIU BASSI IN EUROPA oggi la confermato la comunità europea ADDIRITTURA IL 40% IN MENO RISPETTO IL PRIMO PAESE IN CLASSIFICA. Forse al sindacato bisogna chiedere di preoccuparsi più dei lavoratori e meno di politica.
lo chef
Ho letto della lettera indirizzata contro una collega e l'organizzazione
sindacale che la tutela e tutto questo mi ha fatto molto male.Ho rivissuto un copione conosciuto.Posso capire la difficoltà di opporsi ai vari capetti di turno,ad avere un lavoro a tempo determinato ecc.ecc.,ma scagliarsi contro una collega che ha denunciato condizioni di lavoro difficili,pesanti e dove probabilmente non vengono tenuti in considerazione i diritti più elementari mi denigra come essere umano.Non si può continuare,per quanto indispensabile sia il lavoro
a sopportare tutto quello che ci viene imposto dall'alto,non si può continuare a nascondere la testa sotto la sabbia come gli struzzi per non vedere cosa ci succede attorno,non si può continuare a vivere nell'indifferenza.Uniamoci a quelle persone che ancora hanno il coraggio di ribellarsi a questo sistema di sfruttamento del lavoro e cercano di migliorare le nostre condizioni di vita e lavorative,solo assieme ci si può riuscire.A differenza delle firmatarie della lettera ringrazio vivamente la persona che ha avuto il coraggio di denunciare una difficoltà e che si é fatta carico di un problema che non riguarda solo lei ma tutto il suo ambiente lavorativo.
Swetlana
Che la Filcams Cgil del Trentino tuteli i lavoratori è non solo ovvio, ma è una certezza che va “oltre ogni ragionevole dubbio” sia per quanto riguarda il mancato rispetto dei diritti individuali e collettivi.
Quello che la Filcams Cgil del Trentino non può accettare è la filosofia di quanti sostengono che in questa realtà, pur di avere un lavoro si debba essere disposti ad accettare qualche violazione dei diritti contrattuali. Una simile posizione, genera una continua corsa al ribasso che in poco tempo rischia di cancellare diritti fondamentali a tutela del lavoro che i nostri padri hanno conquistato, con dure lotte, nel secolo scorso.
Come sindacato, siamo consapevoli che oggi in questa situazione dove è difficile arrivare a fine mese qualche ora di lavoro può servire, ma questo non deve avvenire a scapito dei diritti e in violazione delle norme di contratto e di legge. La dignità non ha prezzo.
Nemmeno l’appartenere ad una cooperativa può giustificare il venire meno di diritti fondamentali, anzi, lo spirito cooperativo è esattamente il contrario e cioè coniugare il lavoro con i diritti.
Purtroppo questo principio viene spesso stravolto o dimenticato da parte di molte aziende cooperative anche nel settore dei servizi.
Infine, sempre a propositi di tutelare i lavoratori, la Filcams Cgil del Trentino è sempre stata in prima fila a combattere la logica degli appalti e delle esternalizzazioni che, avendo come unico riferimento il contenimento dei costi, sono una delle cause principali della perdita di diritti e di salario dei lavoratori coinvolti.
Una battaglia difficile che chiede a tutti un assunzione di responsabilità e di impegno a partire dal’Ente pubblico e delle forze politiche e sociali ai vari livelli e nello stesso tempo richiede da parte dei lavoratori coinvolti nei appalti un atto di coraggio, organizzarsi nel sindacato come primo momento di una mobilitazione più generale in grado di migliorare le condizioni salariali e normative e per conquistare quelle garanzie occupazionali che ci permettano di progettare il nostro futuro.
Ezio Casagranda
a me sembra che la filcams cgil del trentino intervenga solo dove le conviene...ci sono tante altre situazioni denunciate e esposte a chiare lettere e la filcams..NON HA FATTO NULLA!!!! allora vien da pensare che come per i consigli su dove far confluire il tfr...anche il resto sia solo fatto laddove c'è una convenienza o dove bisogna far qualche piacere al politico della propria fazione.ma davvero la filcams pensa che tutti gli operai siano imbecilli e non capicano nulla??siete male informati ragazzi...è inutile che vi erigete a paladini della giustizia senza prima aver verificato la gente come campa e come un lavoro anche se non perfettamente in regola possa far comodo ad un operaia.
le lotte per gli operai la filcams come altre organizzazioni sindacali le fa solo quando le conviene..altrimenti..fa finta di non sentire.
bell'esempio date di legalità...meno male che tanta gente ha la testa per ragionare e non si cerede tutte le cose che si leggono sui giornali.alla fine..nessuno viene a mangiare a casa vostra..che avete tutto pagato....ma deve fare i conti con il prorpio portafogli...e se è vuoto...la pancia resta vuota...perche non andate a verificare tante altre cose che sono davvero indegne?
perche avete sempre 2 pesi e 2 misure?
prima o pèoi farete i conti con voi stessi o il Signore li fara con la vostra coscienza.auguri.
All'anonimo che è intervenuto precedentemente chiedo se conosce un esorcista dal quale liberarci dal demonio che altrimenti ci troverà in altra vita a soffrire nell'inferno a causa delle lotte antisociali portate avanti in questi anni dalla Filcams del Trentino... Non scherziamo!!! Non ci sono mostri da combattere e altri da non considerare e non è vero che non conosciamo le condizioni reali di sfruttamento operaio presenti anche nella nostra provincia. La Filcams del Trentino è sempre intervenuta con i mezzi a propria disposizione la dove i lavoratori ci hanno segnalato inadempienze contrattuali o legislative. Se l'anonimo conosce atri casi lo preghiamo di contattarci e di segnalarli e provvederemo subito alla verifica e al relativo intervento. Però non può passare l'idea che la ricerca del profitto delle aziende attraverso la riccatabilità di chi vive in condizioni di precarietà e difficoltà economica non sia denunciabile e non debba richiedere un urgente intervento di tutti i soggetti preposti ad una sua regolarizzazione. La Filcams del Trentino non ha imprese amiche, partiti amici o istituzioni amiche. All'anonimo consiglio di informarsi bene sulle decisioni che questa categoria ha assunto in questi ultimi anni e vedrà che spesso siamo stati attaccati proprio per questa nostra scelta di assoluta indipendenza. Gli unici hai quali dobbiamo rendere conto sono le lavoratrici ed i lavoratori nella difesa dei loro diritti a partire dal rispetto delle leggi e contratti in vigore. Caro anonimo, il lavoro irregolare va combattuto e va regolarizzato.
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