martedì 27 novembre 2007

L'altra faccia delle Coop.

A distanza di due anni dalla sua scadenza e dopo 18 mesi dalla presentazione della piattaforma rivendicativa, lunedì 26 novembre 2007 le OO.SS di categoria hanno raggiunto un’ipotesi di accordo per il rinnovo del Contratto Integrativo Aziendale di Coop Adriatica area Emilia che riguarda più di 4000 mila lavoratori/trici sparsi nel territorio bolognese. Come delegate e delegati di Coop Adriatica aderenti alla Rete 28 Aprile in Cgil giudichiamo questa ipotesi di accordo disastrosa sia nel merito che nel metodo.Nel merito si è accettato, di fatto, per i neo-assunti in punti vendita di nuova apertura un doppio regime salariale e normativo che prevede:SUL SALARIOPer i primi 48 mesi la non erogazione del Premio Integrativo Aziendale e la non maturazione del Salario Variabile. Peggiorando così la stessa normativa già in essere che prevede per i neo-assunti un salario di ingresso di 36 mesi.SULLE NORMATIVEPer i tempi pieni un aumento dell’orario di lavoro da 37 a 38 ore a parità di salario.Il non riconoscimento della pausa retribuita, della maggiorazione del 135% per il lavoro domenicale e le 24 ore di permessi retribuiti.Con questo accordo le organizzazioni sindacali accettano il principio che possano esistere lavoratori di serie A (quelli già assunti full-time e a tempo indeterminato) lavoratori di serie B (part-time, contratti a termine, apprendisti ecc.) e lavoratori di serie C (i neo-assunti nei nuovi punti vendita).Nel metodo: senza un minuto di sciopero si accetta di discutere della contropiattaforma della Coop per accettarne infine la logica di fondo peggiorando lo stesso doppio regime salariale e normativo esistente.Inoltre, questo accordo contraddice clamorosamente lo stesso documento conclusivo del congresso nazionale della Filcams che aveva al centro lo slogan “Includere gli esclusi”, proprio mentre in tutto il paese si discute e si conviene sulla necessità di attuare politiche a favore dei giovani. Chiediamo quindi che la Filcams-Cgil non ponga la firma a questa ipotesi di accordo e che metta in campo una campagna di informazione e di lotta che denunci la reale natura del sistemo cooperativo in questo paese che da tempo non ha più nessuna distintività rispetto al privato.
Area programmatica Rete 28 Aprile Emilia Romagna
27 novembre 2007

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi riallaccio al tema “L’ altra faccia delle Cooperative”.

Nella puntata di REPORT di domenica 25 novembre delle 21.30 si è discusso degli “Appalti”. Mi sono disgustato di vedere come nei giorni d’ oggi l’ Italia possa ancora adottare delle leggi deboli nei confronti delle Cooperative permettendoli di togliere i diritti ai lavoratori ( socio lavoratore).
Ma il governo non aveva detto che combatteva il precariato? Ma questo non è accaduto nei confronti delle Aziende e ancor meno delle Cooperative dove possono avere grande libertà, applicando nella maggior parte contratti a progetto o contratti soci lavoratori rari sono i contratti chiamati regolari (tutela del lavoratore). Mi soffermo a questa voce “SOCIO LAVORATORE”. Per chi non lo sapesse questa voce ha un significato molto importante nell’ ambito del lavoro, ha diritto di far parte del utile dell’ Azienda, ma ha una lato oscuro. Il consiglio d’ amministratore se ha la maggioranza può tranquillamente licenziare un lavoratore su due piedi. Ritorniamo al tema principale degli appalti, dobbiamo farci questa domanda per quale motivo le grandi rami d’ Aziende non riescono a competere con le Cooperative?
Le cooperative sono a fondo “No Profit” ed hanno gravi fiscali, si possono permettere di abbassare i costi degli appalti in virtù delle Aziende che devono combattere con il governo per le sostenute tasse. Il precariato è aumentato vorticosamente ma viene affrontato in maniera superficiale dalle organizzazioni Sindacali e dal governo. Il lavoratore pur di portare a casa un salario è disposto a sacrificare i sui diritti conquistati con le lotte nei anni precedenti, in un paese democratico come il nostro non dovrebbe accadere questi episodi. Ricordando ai cittadini l’ Italia è fondata sul lavoro per cui il lavoratore da un grosso contributo alla nazione, a lui si chiedono sempre dei sforzi ma da parte dello stato mai, fa capire che il cittadino viene considerato solo quando servono i voti.

Niederegger Markus

Anonimo ha detto...

E.Mail Inviata alla Segreterai Nazionale della Filcams
Come Vi è sicuramente noto al Consorzio Interregionale delle Cooperative di Consumo, (il cui consiglio di amministrazione è formato da Coop-NordEst, Coop Adriatica, Coop Estense, Coop Reno e altre) lavorano circa 590 addetti diretti e circa 700 appaltati. Questi lavoratori Vi chiedono di non peggiorare le loro condizioni di lavoro accettando di discutere dell'orario di lavoro nei termini dettati dalla Lega. Noi diciamo NO! all'orario su base annuale e basta con gli appalti per ridurre il costo del lavoro.
Vorremmo continuare ad essere noi lavoratori con le nostre tessere a mantenere il sindacato.
Con garbo, Fiorenza Addivinola