lunedì 26 novembre 2007

Contro la violenza sulle donne

Siamo arrivate in piazza della Repubblica a Roma alle 13.30, subito ci siamo guardate: eravamo pochissime! Ma lo sconforto è durato poco: in meno di mezz’ora la piazza si è riempita di donne, non speravamo saremmo state così tante! Più di 100.000! Donne di tutte le età e di diversa provenienza sociale; nel gruppo Trentino molte donne della Cgil, donne dell’ ANPI, dell’associazionismo sociale, di Rifondazione Comunista e studentesse: Marcella, la più giovane del nostro gruppo, a soli 15 anni ha partecipato motivata e consapevole della necessità di un cambiamento. Bello vedere unite più generazioni di donne, dalle femministe che cantavano le canzoni, purtroppo ancora attuali, degli anni settanta, ai collettivi di lesbiche, dai centri antiviolenza alle ragazze rom che a seguito degli sgomberi avvenuti conseguentemente all’applicazione del pacchetto sicurezza varato dal governo Prodi, erano lì per dire che “la violenza sulle donne non ha colore né religione, né cultura ma solo un sesso”.
Un corteo colorato, formato quasi esclusivamente da donne: era dai tempi delle rivendicazioni femministe degli anni ’70 che non si vedeva un corteo così partecipato! Donne uscite dal chiuso delle proprie case, dove in maggioranza si consumato le violenze, in strada, unite per dire basta alla violenza maschile, per chiedere condanne severe contro le violenze alle donne, per dire basta alla condanna sociale incentrata sulla vittima anziché sull’autore dei reati, per ricordare che la violenza non è mai giustificabile! Un corteo di donne determinato nel rivendicare l’uguaglianza fra i sessi che ancora non abbiamo, unite nella condanna unanime alle violenze che molte donne ancora subiscono: una donna italiana su tre subisce nel corso della sua vita uno stupro o un tentativo di stupro! Più de ’70% delle violenze si consuma fra le mura domestiche (il 69,7% avvenute da parte del partner o ex partner-dato Istat 2006 “violenze in Italia”), a differenza di quanto ci vogliono far credere i media (solo il 6,2% degli stupri in Italia è opera di estranei – dato Istat 2006), e la maggioranza delle violenze, il 94%, sono compiute da italiani: fra un po’ ci toccherà chiedere l’istituzione dello sbirro del tinello!( altro che poliziotto di quartiere!..). La violenza sessista contro le donne è una delle emergenze sociali e politiche più pressanti, non possiamo più accettare il silenzio delle istituzioni. E’ un problema culturale, che ha poco a che fare con l’emergenza sicurezza nelle aree urbane. Necessita un cambiamento culturale profondo, sia negli uomini, che devono imparare a convivere con la nostra libertà senza scambiarla per disponibilità sessuale, sia nelle donne che devono allevare i loro figli educandoli al rispetto reciproco insegnando loro pari responsabilità ed uguaglianza.
Quando sono arrivati i dati sull’affluenza, durante lo svolgimento del corteo, molte di noi si sono commosse, ed entusiasticamente è stato partorito un grido di gioia collettivo.
Una manifestazione che si è svolta in molti paesi del mondo, senza quell’impatto mediatico che ci saremmo aspettate. Questo la dice lunga sul poco spazio che viene ancora riservato alle donne da parte di questa società patriarcale e maschilista. Come sostenuto dal comitato promotore della manifestazione bisogna riscrivere un nuovo patto di convivenza civile tra donne e uomini. Noi continueremo a far sentire la nostra voce per affermare ancora e sempre più forte il nostro diritto all’autodeterminazione!

Nicoletta Soini e Swetlana Tenuta
Direttivo Filcams Cgil del Trentino
Trento, 26 novembre 2007

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Già in passato noi del Baco cantiere sociale antispecista abbiamo affermato “…È la violenza contro le donne dove scopri che essere bianco o nero, mussulmano o cattolico, bello o brutto, ricco o povero non ha nessuna importanza: c'entra solo il maschio, la sua cultura patriarcale, il gusto del potere portato nella strada e in famiglia, l'assumere la propria ignoranza come dato di realizzazione individuale e sociale“…è ciò che è stato dichiarato a tutta Italia dalle donne presenti alla manifestazione del 24 novembre a Roma.
Noi donne del Baco condividiamo pienamente le polemiche e le reazioni di alcune manifestanti nei confronti delle decadenti Ministre e Politiche, indistintamente di destra e di sinistra, le quali non hanno rispettato le richieste delle organizzatrici del corteo,( esibendosi solo in un loro televisivo show privato), strumentalizzando il vero significato di quella giornata. Le manifestanti secondo i mass media e l’opinione pubblica hanno reagito in maniera violenta, mentre noi riteniamo che ciò che è stato fatto sia più che lecito in quanto la manifestazione riguardava sì la violenza sulle donne, ma anche il disdegno contro il pacchetto sicurezza (e la conseguente xenofoba campagna mediatica) che prevede l’ espulsione degli stranieri dal nostro Paese, e che proprio quelle ministre avevano sottoscritto al Parlamento senza sollevare obbiezione alcuna. Il 24 novembre in piazza non c’erano le istanze partitiche, ma finalmente dopo troppo silenzio si è svolta una manifestazione dove a dire la propria sono state soltanto le donne. Il Baco Cantiere Sociale e le donne che ne fanno parte condividono pienamente ciò che è avvenuto sabato a Roma e ribadiscono il loro sdegno rispetto ad ogni forma di violenza (sia fisica che psicologica) che ogni giorno viene perpetuata nei confronti dei più deboli da parte del potere: dalle donne ai migranti, dai precari ai senza fissa dimora per non parlare di tutti i soprusi perpetuati sugli animali, e verso l’ambiente!
Le Donne del Baco Cantiere Sociale antispeciste e antirazziste.

Anonimo ha detto...

Per Ezio

Grazie per aver pubblicato il nostro articolo anche da cosi'lontano.Saluti a tua moglie e controlla Ciaco.Ci vediamo quando torni.

Anonimo ha detto...

Noi, che nel tempo abbiamo sempre guidato la famiglia, amministrato la casa, educato i figli, lavorato, siamo poi definite il sesso debole. Noi, che quando eravamo piccole avevamo in regalo il ferro da stiro e nostro fratello avava il meccano. Noi, che abbiamo sempre visto i nostri istinti e le nostre volontà essere represse. Noi, che abbiamo sempre subito le discriminazioni peggiori, anche dalla chiesa. Noi, che abbiamo visto lottare le nostre madri e le nostre nonne per grandi motivi, purtroppo basilari. Noi, che anche grazie a loro non vogliamo fermarci proprio ora.
NOI, IL 24 NOVEMBRE, IN PIAZZA ERAVAMO PIU' DI 100.000.
Basta con le violenze, in qualunque forma si manifestino, Basta con la paura, Basta con gli stupri, Basta con questi sistemi patriarcali, Basta con l'educazione dei figli diversificata, Basta anche a questi uomini che si definiscono di sinistra e dopo sono i primi ad essere maschilisti, Basta a queste culture di subordinazione femminile, Basta al padre o al compagno padrone, Basta alla visione della donna come oggetto sessuale, Basta alla donna costretta al velo, Basta alle limitazioni della personalità e all'affermazione personale.
Donne di tutto il mondo uniamoci. Non chiudiamo gli occhi, teniamoli sempre aperti. Il processo culturale è lungo ma non per questo impossibile.
“ [...] Le questioni dell'anima femminile non possono essere trattare modellando la donna in una forma definita più accettabile per cultura inconsapevole, ne può essere piegata in una forma intellettualmente più accettabile per coloro che pretendono di essere gli unici portatori della consapevolezza. No: ciò ha già fatto si che milioni di donne che avevano cominciato come potenze forti e naturali siano diventate delle estranee nelle loro stesse culture [...]” (Clarissa Pinkola Estes, DONNE CHE CORRONO CON I LUPI)
Sarah Vivaldi
27 novembre 2007