mercoledì 7 novembre 2007

Salari in caduta libera

Sul Vostro giornale di oggi viene riportata la notizia riguardante la perdita del potere di acquisto delle retribuzioni dei lavoratori ed in particolare quelli operai dove la perdita è quantificata nella misura del 6%.
Come sempre i dati vanno valutati attentamente ma quello che emerge dall'articolo è la conferma di quanto come Filcams stiamo denunciando, quasi inascoltati, da tempo.
Oggi, anche Draghi si è accorto di questa realtà, ma le sue ricette propongono, camuffata da redistribuzione della produttività, un ulteriore riduzione dei livelli contrattuali e quindi una sostanziale riduzione del salario e delle politiche salariali solidaristiche per lasciare spazio alla discrezionalità aziendale sulle condizioni economiche dei lavoratori. Quindi secondo la ricetta Draghi si passa dal diritto ad un salario equo e dignitoso alla concessione, da parte del padrone, di una retribuzione. Ancora una volta si erige l’impresa a giudice unilaterale della prestazione lavorativa. Alla faccia della modernità si ripropongono soluzioni vecchie di oltre 100 anni.
Inoltre, da quanto pubblicato, ne discende anche un'altra importante considerazione. Le modalità con le quali si è ridistribuito il reddito. Dai dati si evince che questa redistribuzione rispecchia la diminuita la capacità contrattuale del sindacato e quindi della contrattazione collettiva. Il CCNL e la contrattazione aziendale non riescono a tenere il passo con l'inflazione.
Altro che riforma degli assetti contrattuali, come propongono Confindustria e Cisl, quello che serve è l'introduzione di un meccanismo automatico di difesa delle retribuzioni e dei salari dei lavoratori.
Mentre sempre più lavoratori sono alla "canna del gas" i contratti nazionali non vengono rinnovati generando una situazione socialmente iniqua. Il contratto nazionale Multiservizi delle lavoratrici (pulizie) è scaduto da oltre 29 mesi senza che si intravedano soluzioni all’orizzonte.
Questa situazione oltre che scandalosa è il risultato di "questo sistema degli appalti" che continua a puntare sulla riduzione dei costi anziché sulla qualità del servizio. Per questo oggi non servono analisi ma iniziative concrete per porre fine allo scandalo, tutto italiano, dei bassi salari.
Come lavoratrici del settore pulizie abbiamo manifestato e scioperato contro questa arroganza padronale, ma purtroppo dobbiamo constatare che i padroni possono continuare a mantener una posizione di chiusura alle nostre legittime richieste perché possono nascondersi dietro l'ente appaltante, il quale ha tutti gli interessi a risparmiare sulle pulizie per poter rimpolpare il budget delle consulenze.

Ezio Casagranda Filcams Cgil del Trentino

Trento, 7 novembre ’07

1 commento:

Anonimo ha detto...

ci vuole la reintroduzione della scala mobile altro che balle e che i lavoratori si sveglino e non si facciano le scarpe gli uni con gli altri siamo dipendenti e non servi ne tantomeno schiavi come vorrebbe qualcuno . saluti mariano