giovedì 30 agosto 2007

Tasse e Dirigenti PAT

Non capisco cosa intende il dirigente dell’agenzia delle entrate quando sostiene che la situazione emersa dalla ricerca del Sole 24 ore non rispecchia la realtà Trentina e sostiene che troppi controlli fanno si che le aziende emigrino altrove. Quindi propone che la competenza passi alla provincia per “gestire meglio i controlli..”. Ora prima fare qualche considerazione su queste affermazioni preme ricordare al dirigente provinciale che quanto viene fatto dalla guardia di Finanza dagli organi Ispettivi e dall’Agenzia delle Entrate stanno portando alla luce un pezzo di trentino che molti di noi vuole continuare a non vedere. Sono interventi mettono a nudo una realtà imprenditoriale e del mondo del lavoro, non solo trentino, che ancora molti, troppi, continuano a voler negare: e cioè che quanto emerso rischia di essere la punta di un iceberg molto più grande.
Non dimentichiamo che negli ultimi mesi sono stati scoperti i “caporali delle pulizie” (20 lavoratori in nero dei quali 6 clandestini) del Monte Bondone, il lavoro nero nelle villaggio Valtur e nel comparto edile di Marilleva, i lavoratori in nero (anche trentini) scoperti dalla Guardia di Finanza di qualche mese fa, il fatto che molti esercizi commerciali, (il 20%) non emette lo scontrino fiscale, e via leggendo giornalmente l’elenco di quanti evadono non rispettano le leggi e si potrebbe continuare. Basta leggere i giornali di questi ultimi 12 mesi per rendersi conto che il fenomeno delle violazioni contrattuali e delle norme fiscali rischiano di essere la norma anziché l’eccezione.
Nel merito delle argomentazioni del Dirigente Provinciale che trovo alquanto singolari e quindi non riesco a capacitarmi su come i controlli dovrebbero essere diversi se dipendessero dalla Pat ? Forse il dirigente intende dire, velatamente, che detti controlli, se gestiti dalla PAT non sarebbero inviati agli amici e/o agli amici degli amici? O forse che le sparate di Asat e Artigiani troverebbero più ascolto, vista l’imminente campagna elettorale?
Preoccupante è inoltre il fatto che un dirigente provinciale, retribuito per far rispettare le legge e punire i furbetti, si lasci andare in dichiarazioni alquanto opinabili e cioè che se facciamo troppi controlli le aziende emigrano in veneto. Una tesi alquanto balzana ma che ha le stesse origini dei sostenitori della “rivolta fiscale” e quindi sostanzialmente giustifica il fatto che bisogna accettare che alcuni possano evadere le tasse a scapito di altri che le devono pagare troppe (vedi la tassazione sul lavoro dipendente che Lui dovrebbe ben conoscere).
Infatti se un ‘azienda evade le tasse e utilizza lavoratori in nero, nessun beneficio deriva alla Provincia in quanto nessuna tassa o contributo viene pesato per questi lavoratori e quindi non capisco dove starebbe l’interesse derivante dalle “maggiori entrate”. O forse si vuole sostenere una la vecchia teoria che le tasse le devono pagare solo i lavoratori in quanto le imprese quei soldi li utilizzerebbero per i “famosi” investimenti produttive.
Attendo smentite e/o chiarimenti.

p.la Filcams del Trentino
Ezio Casagranda

Trento, 29 agosto 2007

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