martedì 21 agosto 2007

ICI e la FEDE

Anche la chiesa da Rimini, per bocca del Cardinale Bertone, tuona: “Tutti devono pagare le tasse perché è un dovere e questo deve essere fatto con leggi giuste”. Non entro nel merito di quali sono le leggi giuste, sicuramente non quella che esenta la chiesa dal pagamento dell’ICI sulle sue attività commerciali.Quello che appare grave in tutta questa boutade estiva è il fatto che stiamo assistendo ad un’altra pesante interferenza della Chiesa nella vita politico dello Stato.Prima i “dico”, poi il family day e adesso le tasse. Ormai la Chiesa, o meglio le sue gerarchie, dettano il calendario del Governo calpestando, nei fatti, gli accordi fra Stato e Chiesa e la stessa sovranità nazionale. E questo avviene con il sostegno sostenuta dalla grande stampa e nel più totale silenzio della sinistra e delle forze politiche che rivendicano la laicità dello Stato.Quindi, non si tratta del solito polverone estivo o qualche battuta dovuta al caldo torrido del ferragosto (che peraltro non c’è stato) ma del dispiegarsi di un disegno preciso per la costruzione di un grande centro politico con un programma che sul sociale fa riferimento alle posizioni più oltranziste della chiesa cattolica e sul versante economico imperniato sull’applicazione “integrale” delle politiche neoliberiste.Al Governo il compito di mettere in campo qualche mitigazione delle nefaste conseguenze dello politiche neoliberiste, naturalmente nella scia dell’intervento caritatevole o contando sulla benevolenza dei ricchi.Mentre la destra proclama lo sciopero fiscale e gli evasori appaiono in televisione a ribadire che è giusto evadere perché in Italia si pagano troppe tasse assistiamo ad un assordante silenzio della sinistra che si vuole di governo.Forse è tempo di svegliarsi e quindi il 20 ottobre a Roma ci andiamo anche contro il governo ombra della Chiesa di Confindustria e degli evasori.

Ezio Casagranda Trento, 21 agosto ’07

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