mercoledì 22 agosto 2007

Irrealisti - No dal Molin

Esiste una branca della fisica nella quale si spiega che non possono esistere sistemi chiusi, ovvero che una qualunque macchina, anche il corpo umano, ha bisogno per funzionare di uno scambio di energia con i sistemi vicini. Un sistema chiuso invece lo si può raffigurare con l'allegoria del Barone di Münchausen che riemerge dalla palude tirandosi per il codino. La sindrome di Münchausen sembra affliggere la nostra amministrazione. Da un anno assistiamo alle iperboliche dichiarazioni riguardanti gli investimenti americani sul campo di via S.Antonino - cifre da far girare la testa, diceva l'ingegner Cane - con le puntuali rassicurazioni riguardo alle spese di gestione (acqua, elettricità) e impatto ambientale: per Palazzo Trissino la più grande installazione militare europea avrebbe l'effetto del batter d'ali di una farfalla (trascurando peraltro i tifoni che genererà dall'altra parte del mondo). Nessuna spesa per i cittadini, nessun effetto sul territorio, nessun disagio, anzi ci guadagniamo tanti soldi, un'indotto senza pari, un milione di posti di lavoro e una nuova tangenziale. Come dire: abbiamo invertito l'entropia. Il Barone Hüllweck riscrive le leggi della fisica e dell'economia. Guadagnare tanto senza spendere nulla, come nelle e-mail-spazzatura che ci intasano le caselle di posta. Ma sappiamo che in quelle pubblicità c'è sempre la fregatura. E infatti scopriamo che i soldi per la tanto sbandierata e tanto agognata tangenziale nord "arriveranno da Roma", a detta del più pragmatico commissario Paolo Costa, e la stessa passerà in una fantascientifica galleria sotto la pista del Dal Molin. In altre parole: per un anno vi abbiamo fatto credere che alla presenza della base fosse legata un'opera che
non sarà finanziata dagli Americani e quindi si sarebbe presumibilmente fatta lo stesso. Cornuti e contenti, i cittadini italiani ringraziano. C'è chi rimprovera a questo movimento la mancanza di realismo, l'incapacità di sapersi confrontare con i meccanismi della politica internazionale e degli affari dei "grandi". Ma a noi pare invece che siano proprio i cosiddetti grandi a fare dichiarazioni non documentate, a dichiarare di essere entrati nella fase operativa senza avere un progetto, a giocare con i modellini barricati dentro una caserma; noi ci sentiamo invece con i piedi ben piantati per terra. E ci resteremo.
Luca Scappellato - da il Giornale dal Molin - N. 02 - anno 0

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