Compagni ci vorrei essere anche io questo 15 de dicembre in piazza a Vicenza per dire no al dal Molin, di persona, però sono impedito perché mi trovo a 13.000 km de Trento in nel mio paese di nascita in Argentina che da sempre ha subito le politiche imperialiste dell’America. Sono in Argentina ma per poter organizzare una resistenza alle politiche di esproprio delle risorse naturali. Lo fa con altri tipi di armi però le conseguenze sono comunque devastanti, sta portando avanti le costruzione delle basi militari e con la strategia delle multinazionali tengono soldati mercenari al soldo della USA per produrre soia e cereale ai fine de produrre il biodiesel con le tragica conseguenza che, essendo necessarie grandi estensioni di terreno per questo tipo di produzione si procede alla distruzione delle foreste che nelle regioni del Nord sta distruggendo la civiltà delle comunità indigene che vivono da sempre dei prodotti di questi boschi. Richiano die ssere vittime di un lento stermino con l’aggravante che nessuno nel mondo sa che questo sta succedendo e per quello che ho voluto creare un nesso fra il bisogno di lottare con tutte le nostre forze perche nostro governo e nostri governanti in Italia non siano succubi, per matenere il potere, della guerra che rappresenta il Governo di Bush.
Per questo ho voluto esprimere la mia rabbia di chi ha votato una sinistra che è parte di un governo sucube delle politica di guerra della Americana. Il guerrafondaio Bush non può essere accettato per un paese che ha pagato il presso di due guerre.
Tutte le organizzazione che rappresentano il mondo sindacale come la CGIL, i movimenti di base che lottano per il rimpetto dell’ambiente, dei diritti umani, quei partiti politici che si battono per la pace, semplici lavoratori sono in piazza per far sentire che quella del NO da Molin è una lotta che ci tocca di brutto come costruzione di un futuro di pace che ci può dare un futuro in quanto le logiche di guerra saranno la nostra distruzione.
So che tutto quello che esprimo può essere letto come retorico pero basta seguire la guerra in Iraq, in Afganistan e tante altre guerra per capire che il popolo è unito contro la guerra per non essere sottomesso con il rischio di lasciare le macerie ai nostri figli e nipoti.
Nel Chaco le comunità Wichi,Toba e Mocugia stanno pagando il prezzo dello sterminio per l’indifferenza del mondo “civile” degli Argentini. Questo paese che ha fatto del 60 % di popolazione di origine italiani merita da parte nostra che il 15 dicembre tutti siamo in piazza per dire a questi signori della guerra: No dal Molin, ritornate a casa vostra, americani di merda si de merda ( non volgarità ma semlice realtà). Sono un compagno e gaucho quando se vuole se vuole
Hasta la victoria sempre
Omar Elvio Serra
Cordoba, 13 dicembre ’07
3 commenti:
Per me il problema non è la guerra,perchè le guerre possono essere anche "doverose" come quella del vitnam,o dei cinesi contro gli inglesi (guerra del oppio)e tante altre guerre di liberazione nei territori sudamericani.ect...Per mè il problema è lottare contro le guerre que propone il capitale.Viviamo in una società di classe, e appartenendo a quella sfruttata,io sono sicuro che non ci libereremo solo facendo pacifiche manifestazioni...Direi guerra alla guerra del capitale.Dico anche che bisogna riflettere sul concetto che solo gli Americani sono capitalisti...gli altri cosa sono?...Europei ...Asiatici e via dicendo.
Sono tornato da poche ore dalla manifestazione NO AL DAL MOLIN di Vicenza e ho letto il tuo messaggio dall'Argentina.Qui eravamo e siamo in tanti a lottare, sebbene la giornata era fredda la rabbia e la determinazione delle donne e degli uomini di ogni età te la sentivi addosso e ti faceva capire l'importanza di lottare contro il soppruso della logica del capitalismo.Le multinazionali che credono solo nel profitto, non nel rispetto del individuo del suo essere uomo con le proprie usanze, i propri constumi, che ne fanno della sua storia una enorme ricchezza per tutti noi.Le guerre con armi o con la ricerca del profitto vanno ripudiate, perchè sopra le macerie che creano non può che nascere odio e non la civiltà dei popoli.
Continua nella TUA LOTTA e la VITTORIA SIA DI TUTTI VOI .
Con affetto e grande stima
lo chef
Ciao Omar, grande il tuo articolo e nella grande manifestazione di sabato 15 dicembre ti abbiamo sentito partecipe assieme a noi. Abbiamo gridato un grande NO alle guerre ed alle basi militari.
No al modello di sviluppo che genera guerre, miseria e sfruttamento.
Una giornata bellissima che ha unificato quanti vogliono cambiare questo stato di cose e che si battono contro la globalizzazione della guerra, della violenza e delle barbarie sociali ed economiche.
Ciao Ezio
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