lunedì 10 dicembre 2007

Salgono i prezzi, calano i salari

Salgono i prezzi e calano i salari, potrebbe essere questo l’assunto di quanto sta avvenendo in questi mesi sul potere di acquisto delle retribuzioni. L’inflazione si è messa a correre (l'aumento tendenziale balza al 2,4%) mentre molti contratti sono fermi da oltre un anno e ne Confcommercio ne Confindustria ne tengono conto nelle loro “preoccupate dichiarazioni” dei giorni scorsi.
Mentre i dati ISTAT ci dice che ad aumentare l’Inflazione media sono stati gli aumenti del pane (+12,4%) del latte (6,4%), del pollo (7,3%), della pasta (7,7%) e della frutta (4,7%), la benzina (+ 9,8%), il gasolio ( +11,2%) e i combustibili liquidi per la casa con il + 12,1%, I dati del CNEL ci dicono che la contrattazione nazionale langue e quella aziendale è in forte declino sia nelle piccole che nelle grandi aziende.
E a proposito della diminuzione del potere d'acquisto dei salari c'è anche da considerare che la rate dei mutui non sono comprese nel paniere dell'indice dei prezzi al consumo, visto che sono considerati investimenti.
Questo aumento dei prezzi colpisce in modo proporzionalmente inverso i poveri in quanto gli aumenti incidono proporzionalmente di più sui bassi salari.
Una specie di tassa sulla povertà che richiama la tassa sul macinato. Io credo che sia giunto il momento di riprendere l’iniziativa per rivendicare una nuova scala mobile per tutelare i salari ed i redditi dei lavoratori.
Questa perché non mi convince la scelta di Cgil Cisl e Uil di chiedere una monitoraggio dei prezzi per evitare “situazioni speculative”.
La realtà e che si vuole nascondere che questo governo è organicamente liberista e che i provvedimenti fatti finora sono in continuità con la politica di Berlusconi. Basta vedere cosa fa in politica economica (flessibilità, pensioni, privatizzazioni), sulla guerra (Afghanistan, Vicenza, aumento delle spese militari), per non parlare della “subordinazione” al Vaticano in materia di laicità dello stato (dico).
Quello che mi preoccupa e nello stesso tempo mi fa arrabbiare è il fatto che da parte del sindacato e della sinistra ogni volta che in gioco ci sono questioni vitali per i lavoratori, dalla Guerra al pacchetto welfare, si inventino vere e proprie contorsioni linguistiche per giustificare un sostegno a politiche economiche che vanno contro i lavoratori, i meno abbienti e la povera gente. Ci dicono che bisogna fare l’unità a sinistra, altrimenti arriva Berlusconi, senza accorgersi che le sue politiche di privatizzazione e di smantellamento dei diritti sociali e del lavoro procede a spron battuto con il consenso politico della sinistra e del sindacato.
Una ripresa dell’iniziativa sui salari deve ripartire dalla messa in discussione di questa politica.
Ezio Casagranda - Filcams Cgil del Trentino
Trento, 10 dicembre 2007

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