Sabato 15 dicembre ’07 sarò alla manifestazione di Vicenza sia come cittadino elettore del centro sinistra e come sindacalista della Cgil per esprimere la mia totale contrarietà alla guerra ed alle politiche americane e governative che con la costruzioni delle basi logistiche ne costituiscono la premessa e nello stesso tempo l’ossatura di una guerra permanente. Una scelta coerente con il programma che “pensavo di aver votato il 10 aprile del 2006” e che invece vedo “tradito” ad ogni finanziaria ed ogni volta che la questione pace entra in parlamento. Una scelta coerente con le scelte dell’ultimo congresso della Cgil del marzo 2006 e che questo gruppo dirigente a livello nazionale e locale, in nome della “governance” purtroppo, troppo spesso, dimentica di battersi per la pace senza se e senza ma.
Contro questa modo di fare politica, che genera delusione, rabbia nei cittadini normali, la manifestazione di sabato a Vicenza segnerà un importante spartiacque per la politica e anche per il sindacato. Il tempo delle parole è terminato. Sabato i cittadini comuni, i lavoratori, e quanti hanno a cuore la pace e il destino del mondo dirà non solo NO alla base militare di Vicenza e alle spese militari ma anche NO alla solidarietà parolaia o ad impegni contro la guerra che poi si infrangono alla davanti alla scelta di garantire continuità a questo governo.
Dopo il 2 dicembre 2006 e lo scorso 17 febbraio, il 15 dicembre sarà un importante momento in cui le varie comunità si troveranno a Vicenza per difendere la terra, per un futuro senza basi di guerra, per ritrovarsi, con le proprie differenze e specificità ancora una volta nelle strade e nelle piazze di Vicenza, dietro ad uno striscione tanto semplice quanto chiaro: No Dal Molin.
Sarò in paizza perché sono convinto che la nuova base di guerra Dal Molin, è una questione che ci riguarda direttamente sia come cittadini e come lavoratori. Riguarda tutti perché la guerra colpisce soprattutto i più deboli, i lavoratori che vedono messi in mora diritti fondamentali come quello del lavoro, le libertà individuali e collettive, ogni forma di democrazia diretta e partecipata.
Inoltre le scelte governative, in perfetta coerenza con il governo Berlusconi ed in perfetta sudditanza agli interessi USA è destinata a contribuire a nuovi focolai di guerra (basti vedere il Kossovo, il libano, la Nigeria, ecc.). Inoltre una parte consistente (41%) dei costi di questa scelta nefanda di logistica militare sarà pagata dai cittadini attraverso l’aumento delle spese militari che nelle ultime due finanziarie sono aumentate del 24%.
Sarò a Vicenza per dire a questo governo che io non ho votato una cambiale in bianco ma un programma che prevedeva impegni precisi in materia di riduzione della spesa e delle servitù militari. Riguarda tutti noi anche perché, come denunciato dal “Comitato di Mattarello”, la ristrutturazione delle caserme di Trento sarà funzionale (si parla di piste per elicotteri da ricognizione) alla base militare di Vicenza e quindi anche il Trentino sarà pienamente coinvolto direttamente e non solo per le piste da sci del primiero.
Alla mia Cgil chiedo un atto di coerenza e quindi schierarsi senza se e senza ma contro queste logiche di guerra strusciante ed alla costituenda “cosa rossa” il coraggio di chiudere con questa politica servile nei confronti degli USA anche a costo di far cadere il Governo.
La pace non ha prezzo, il mondo non può essere in balia delle lobby economiche e guerrafondaie che sostengono il petroliere e “pistolero” Bush.
Contro questa modo di fare politica, che genera delusione, rabbia nei cittadini normali, la manifestazione di sabato a Vicenza segnerà un importante spartiacque per la politica e anche per il sindacato. Il tempo delle parole è terminato. Sabato i cittadini comuni, i lavoratori, e quanti hanno a cuore la pace e il destino del mondo dirà non solo NO alla base militare di Vicenza e alle spese militari ma anche NO alla solidarietà parolaia o ad impegni contro la guerra che poi si infrangono alla davanti alla scelta di garantire continuità a questo governo.
Dopo il 2 dicembre 2006 e lo scorso 17 febbraio, il 15 dicembre sarà un importante momento in cui le varie comunità si troveranno a Vicenza per difendere la terra, per un futuro senza basi di guerra, per ritrovarsi, con le proprie differenze e specificità ancora una volta nelle strade e nelle piazze di Vicenza, dietro ad uno striscione tanto semplice quanto chiaro: No Dal Molin.
Sarò in paizza perché sono convinto che la nuova base di guerra Dal Molin, è una questione che ci riguarda direttamente sia come cittadini e come lavoratori. Riguarda tutti perché la guerra colpisce soprattutto i più deboli, i lavoratori che vedono messi in mora diritti fondamentali come quello del lavoro, le libertà individuali e collettive, ogni forma di democrazia diretta e partecipata.
Inoltre le scelte governative, in perfetta coerenza con il governo Berlusconi ed in perfetta sudditanza agli interessi USA è destinata a contribuire a nuovi focolai di guerra (basti vedere il Kossovo, il libano, la Nigeria, ecc.). Inoltre una parte consistente (41%) dei costi di questa scelta nefanda di logistica militare sarà pagata dai cittadini attraverso l’aumento delle spese militari che nelle ultime due finanziarie sono aumentate del 24%.
Sarò a Vicenza per dire a questo governo che io non ho votato una cambiale in bianco ma un programma che prevedeva impegni precisi in materia di riduzione della spesa e delle servitù militari. Riguarda tutti noi anche perché, come denunciato dal “Comitato di Mattarello”, la ristrutturazione delle caserme di Trento sarà funzionale (si parla di piste per elicotteri da ricognizione) alla base militare di Vicenza e quindi anche il Trentino sarà pienamente coinvolto direttamente e non solo per le piste da sci del primiero.
Alla mia Cgil chiedo un atto di coerenza e quindi schierarsi senza se e senza ma contro queste logiche di guerra strusciante ed alla costituenda “cosa rossa” il coraggio di chiudere con questa politica servile nei confronti degli USA anche a costo di far cadere il Governo.
La pace non ha prezzo, il mondo non può essere in balia delle lobby economiche e guerrafondaie che sostengono il petroliere e “pistolero” Bush.
Ezio Casagranda - Filcams Cgil del Trentino
Trento 12 dicembre ’07
Note:per partecipare alla manifestazione ed iscriversi telefonare ai numeri 0461263510 (PRC); 0464 423206 (Il Comitato trentino ‘per un futuro senza atomiche’
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