venerdì 1 febbraio 2008

Tunnel del Brennero: NO Grazie

Leggendo l'editoriale di Sandro Schmid sul quotidiano L'Adige in data 29 gennaio 2008 esce quasi spontaneo il desiderio di fare alcune riflessioni in merito. Riflessioni che scaturiscono soprattutto in chi ultimamente si è interessato o abbia avuto il tempo e la volontà di approfondire l'argomento trasporti, con le nuove priorità ed emergenze nate dal preoccupante aumento del traffico transfrontaliero attraverso le Alpi, ed abbia valutato nuove possibili strategie operative, legate al futuro del corridoio Berlino-Palermo con la prospettata costruzione del Tunnel del Brennero fra Innsbruck e Fortezza, con continuità della nuova linea ferroviaria fino a Verona, tratta che fra Tirolo e Veneto, passando per il Trentino, prevede quasi 200 km di linea in galleria. Le osservazioni di Sandro Schmid sono indubbiamente pertinenti, testimoniate da dati certi, analizzate in modo preciso, sintetico e di facile comprensione e mettono in luce tutti i difetti ed i limiti imposti dalle notevoli differenze tariffarie previste per il passaggio dei TIR fra i diversi corridoi logistici delle Alpi. Riconosce anche che con gli attuali pedaggi ed il costo del gasolio, si stanno incentivando i passaggi dei TIR attraverso il Brennero anche se spesso costretti ad allungare il percorso. A questo punto però l'analisi di Schmid rallenta e prende una strada diversa che da per scontato il trand di crescita corrente del trasporto merci, prevedendolo in ulteriore aumento esponenziale per i prossimi decenni, una crescita che secondo l'ex deputato dovrà portare inevitabilmente a scelte pesanti per il territorio. Pur contemplando egli stesso l'attuale sottoutilizzo della storica linea ferroviaria del Brennero e proponendo la ricerca di una razionalizzazione del trasporto merci ed una condivisa politica di movimento fra gli stati a ridosso dell'arco alpino, pone l'accento sulla possibile convenienza di procedere nella costruzione dell'imponente progetto TAC/TAV che attraverserà il Tirolo e la Val d'Adige. Un opera dai contorni e dai costi ancora non definiti che lui stesso ammette bisognerà attendere almeno una ventina d'anni per averne l'operatività. Si potrebbe però aggiungere a quest'ultima previsione la frase: “nella migliore delle ipotesi”, ed aggiungere:“il tutto a partire dopo la presentazione del progetto definitivo” i tempi quindi potrebbero ulteriormente allungarsi.. Aggiungiamo inoltre che i costi che pur introitati e sostenuti in parte dai finanziamenti europei, saranno per la quasi totalità a carico dell'ente pubblico con il rischio di impegnare in maniera pesante le finanziarie dei futuri governi per diversi anni. Se poi aggiungiamo ancora il reale rischio di avere danni all'ambiente perlopiù irreversibili e che saranno molto pesanti e visibili soprattutto in fase di realizzazione, direi che prima di darne per certa la reale convenienza di fattibilità, forse sarebbe meglio informare preventivamente le popolazioni direttamente interessate al passaggio della faraonica infrastruttura. Tutte ipotesi che possono apparire troppo negative e che frequentemente vengono tacciate di eccessivo carico ideologico, di egoismi locali, contro il progresso, lo sviluppo e di freno alla crescita del PIL. Sta di fatto però che nella decina di incontri fatti finora in diversi paesi della Val d'Adige, tenuti da semplici gruppi di persone che hanno avuto la volontà di informarsi e di approfondire l'argomento, a titolo di puro volontariato, con elaborate relazioni tecniche e finanziarie sono riuscite pian piano a sviscerare i problemi reali ed i molti inconvenienti che si incontreranno nel seguire questo “avventuroso” percorso pieno di incognite. Purtroppo però l'opera finora viene spinta principalmente per mezzo di proclami economici con lo spettro, in caso di rallentamento delle procedure preparatorie, di vedere negati i finanziamenti europei e di perdere questa ineludibile opportunità di sviluppo per la nostra valle. Naturalmente è ancora tutto da dimostrare e inviterei i cittadini che vogliono avere informazioni più dettagliate a partecipare ai prossimi incontri che queste persone continueranno a proporre, nell'attesa che le istituzioni e/o i promotori presentino il progetto finale da porre in discussione, allargando il dibattito fra i cittadini con i quali si potranno valutare le reali opportunità ed i rischi, in modo partecipato, democratico, onesto e naturalmente senza preconcetti provenienti da ogni direzione.

Ezio Casagranda e Tessadri Franco.

Trento, 1 febbraio 2007

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