Ho partecipato sabato 28 luglio ’07 alla manifestazione contro i progetti ferroviari di alta velocità/capacità per il tunnel di base del Brennero e le relative tratte di accesso Sud. Sono andata da Campo di Trens a Mules (BZ) assieme a circa duecento persone, metà altoatesini e metà trentini, per dire il mio No ad opere estremamente costose, inutili e devastanti per il territorio e l’ambiente: solo la parte italiana, dal quadrante nord di Verona al confine di Stato, prevede circa 205 km di nuove linee, quasi 180 in galleria.
Una prima considerazione sul percorso: oltre che provocati in modo arrogante, siamo stati praticamente “sequestrati dalle forze dell’ordine” che ci hanno spostato dalla strada al bosco, con la bizzarra motivazione che non si poteva occupare la sede della strada statale: preoccupazioni che non esistono quando si tratta, per esempio, di manifestazioni sportive come quelle che proprio ieri 30 luglio (giorno di grande traffico) hanno interrotto il traffico sulla statale Abetone-Mendola Forse volevano isolare questo importante momento di lotta, di informazione, di festa. Qualcuno ha paura che la gente prenda coraggio e si ribelli ai signori della TAV. Ma non ci sono riusciti: la manifestazione ha avuto successo ed è stata un importante momento di incontro tra realtà diverse e di informazione collettiva.
Le richieste dei manifestanti erano precise: la chiusura immediata dei cantieri preparatori, la riduzione immediata del traffico di TIR, il potenziamento e la gestione più efficiente della linea attuale, la ridiscussione di tutto il progetto.
Come delegata FIOM CGIL della Whirlpool ho voluto partecipare perché ritengo che il il progetto riguardi direttamente anche noi lavoratrici e lavoratori metalmeccanici per le conseguenza che avrebbe sul nostro futuro. Non risponde alle promesse dei promotori, non toglierà dalla A22 il traffico dei TIR così dannoso per la nostra salute. Però presenta costi enormi a carico della collettività: secondo le stime più credibili il tunnel di base costerebbe per la sola parte italiana circa 3,5 miliardi mentre le tratte di accesso Sud ( Fortezza - Ponte Gardena, circonvallazione Bolzano, linea in Bassa Atesina, circonvallazioni di Trento e Rovereto, sezioni fino a Verona) circa 19 miliardi di euro. E se a queste previsioni volessimo applicare il tasso di incremento (620%) dei costi complessivi reali dei progetti TAV in Italia dal 1991 al 2006, avremmo rispettivamente più di 21 e di 117 miliardi. Costi che graverebbero interamente sul bilancio pubblico (i finanziamenti privati non sono che una finzione) che poi si traducono in tagli a sanità, pensioni, istruzione e aumento della pressione fiscale (si sa che la finanziaria 2007 sposta sulle grandi opere anche ferroviarie parte del TFR non optato). Senza contare che la TAV facilita ulteriormente le possibilità di delocalizzazioni, perdita di posti di lavoro, degrado socio-culturale e spopolamento del nostro territorio.
A questi dati dobbiamo aggiungere i costi ambientali: 30/40 anni di cantieri diffusi nelle valli dell'Isarco e dell'Adige, altro aumento dell’inquinamento per il via vai dei camion, enormi quantità di materiali di scavo e grandi aree di deposito, isterilimento di moltissime falde acquifere, inquinamento acustico per le sezioni all’aperto, vibrazioni, gravi danni al paesaggio, sottrazione di territori agricoli.
Io penso che sia un diritto dei lavoratori, dopo otto ore di fabbrica, avere diritto a un ambiente vivibile e sano. Ecco, questi sono solo alcuni dei motivi per cui io sono contraria a quest’opera che serve solo ad ingrassare le grandi imprese di costruzione e le lobbies politico affaristiche della regione.
Infine voglio richiamare il fatto che è veramente vergognosa l’assenza di informazioni da parte delle Provincie di Bolzano e di Trento e della Società BBT-SE, come vergognosi sono i tentativi di emarginare chi esprime opposizione all’opera. Perciò credo che anche il Sindacato dovrebbe assumere il progetto come una questione critica e farsi comunque carico di informarne i lavoratori.
Monica Postal – delegata FIOM – Whirlpool
Trento, 31 luglio 2007
Una prima considerazione sul percorso: oltre che provocati in modo arrogante, siamo stati praticamente “sequestrati dalle forze dell’ordine” che ci hanno spostato dalla strada al bosco, con la bizzarra motivazione che non si poteva occupare la sede della strada statale: preoccupazioni che non esistono quando si tratta, per esempio, di manifestazioni sportive come quelle che proprio ieri 30 luglio (giorno di grande traffico) hanno interrotto il traffico sulla statale Abetone-Mendola Forse volevano isolare questo importante momento di lotta, di informazione, di festa. Qualcuno ha paura che la gente prenda coraggio e si ribelli ai signori della TAV. Ma non ci sono riusciti: la manifestazione ha avuto successo ed è stata un importante momento di incontro tra realtà diverse e di informazione collettiva.
Le richieste dei manifestanti erano precise: la chiusura immediata dei cantieri preparatori, la riduzione immediata del traffico di TIR, il potenziamento e la gestione più efficiente della linea attuale, la ridiscussione di tutto il progetto.
Come delegata FIOM CGIL della Whirlpool ho voluto partecipare perché ritengo che il il progetto riguardi direttamente anche noi lavoratrici e lavoratori metalmeccanici per le conseguenza che avrebbe sul nostro futuro. Non risponde alle promesse dei promotori, non toglierà dalla A22 il traffico dei TIR così dannoso per la nostra salute. Però presenta costi enormi a carico della collettività: secondo le stime più credibili il tunnel di base costerebbe per la sola parte italiana circa 3,5 miliardi mentre le tratte di accesso Sud ( Fortezza - Ponte Gardena, circonvallazione Bolzano, linea in Bassa Atesina, circonvallazioni di Trento e Rovereto, sezioni fino a Verona) circa 19 miliardi di euro. E se a queste previsioni volessimo applicare il tasso di incremento (620%) dei costi complessivi reali dei progetti TAV in Italia dal 1991 al 2006, avremmo rispettivamente più di 21 e di 117 miliardi. Costi che graverebbero interamente sul bilancio pubblico (i finanziamenti privati non sono che una finzione) che poi si traducono in tagli a sanità, pensioni, istruzione e aumento della pressione fiscale (si sa che la finanziaria 2007 sposta sulle grandi opere anche ferroviarie parte del TFR non optato). Senza contare che la TAV facilita ulteriormente le possibilità di delocalizzazioni, perdita di posti di lavoro, degrado socio-culturale e spopolamento del nostro territorio.
A questi dati dobbiamo aggiungere i costi ambientali: 30/40 anni di cantieri diffusi nelle valli dell'Isarco e dell'Adige, altro aumento dell’inquinamento per il via vai dei camion, enormi quantità di materiali di scavo e grandi aree di deposito, isterilimento di moltissime falde acquifere, inquinamento acustico per le sezioni all’aperto, vibrazioni, gravi danni al paesaggio, sottrazione di territori agricoli.
Io penso che sia un diritto dei lavoratori, dopo otto ore di fabbrica, avere diritto a un ambiente vivibile e sano. Ecco, questi sono solo alcuni dei motivi per cui io sono contraria a quest’opera che serve solo ad ingrassare le grandi imprese di costruzione e le lobbies politico affaristiche della regione.
Infine voglio richiamare il fatto che è veramente vergognosa l’assenza di informazioni da parte delle Provincie di Bolzano e di Trento e della Società BBT-SE, come vergognosi sono i tentativi di emarginare chi esprime opposizione all’opera. Perciò credo che anche il Sindacato dovrebbe assumere il progetto come una questione critica e farsi comunque carico di informarne i lavoratori.
Monica Postal – delegata FIOM – Whirlpool
Trento, 31 luglio 2007
1 commento:
la tutela del'ambiente è il futuro nostro e dei nostri figli. Obbiettivi per vale la pena lottare e battersi anche dai posti di lavoro
Posta un commento