Una trattativa estenuante il cui risultato ha stravolto gli impegni congressuali della Cgil che in questa assurda trattativa in nome della cosiddetta “governabilità” ha accettato l’aumento dell’età pensionabile a 61/62 anni. Un bel capolavoro della coppia Dini - Padoa Schioppa con l’assist della Bonino che ha fatto ingoiare alle organizzazioni sindacali quello che è sempre stato loro indigesto: lo scalone Maroni e l’aumento dell’età pensionabile.
Il giudizio del Comitato Direttivo della Filcams Cgil del Trentino su questa intesa non può che essere negativo ed il richiamo ai lavori usuranti e l’aumento dei minimi pensionistici non ne cancellano la forte iniquità sociale, raffigurando il marchio “classista” imposto dagli assertori del “neoliberismo moderato” presenti nel Governo Prodi. Ci preme ricordare che le pensioni sono ferme da oltre 10 anni e (quindi l’aumento era dovuto) e che i costi per i lavori usuranti sono stati già pagati nel 1995 con la riforma Dini.
Età pensionabile più alta, promessa alla revisione dei coefficienti, sostanziale mantenimento della legge 30, fiscalizzazione degli straordinari e della contrattazione di 2 livello rappresentano un’inversione inaccettabile rispetto alle decisioni assunte con l’ultimo congresso della Cgil.
A fronte di un sistema previdenziale tra i più equilibrati d'Europa, un accordo che viene giustificato da vincoli economici e di bilancio appare penalizzante anche moralmente. Il Comitato Direttivo ritiene, quindi, inaccettabile che la Cgil debba sottostare a questi vincoli sul tema pensioni e per lo stato sociale mentre accetta, mentre gli stessi non valgono per le spese militari (+ 4,5 miliardi rispetto al 2006) e per la TAV (32 miliardi in 4 anni).
Un accordo di sostegno di questo Governo che sarà pagato dai lavoratori dipendenti che sostanzialmente “accetta” la politica della Confindustria, fondata sui tagli allo Stato Sociale generando ulteriore precarizzazione nella vita e nel lavoro.
La Filcams Cgil del Trentino si batterà a tutti i livelli per dire NO a questo accordo, per riaprire la vertenza col Governo, per ottenere l’abolizione della controriforma Maroni, per difendere le pensioni dei giovani come quelle degli anziani.
La Filcams Cgil del Trentino chiede l’avvio di un referendum certificato e vincolante che porti ad una grande mobilitazione generale per ottenere l’abrogazione dello”scalone”.
Il Comitato Direttivo della Filcams Cgil del Trentino.
Trento, 24 luglio 2007
Il giudizio del Comitato Direttivo della Filcams Cgil del Trentino su questa intesa non può che essere negativo ed il richiamo ai lavori usuranti e l’aumento dei minimi pensionistici non ne cancellano la forte iniquità sociale, raffigurando il marchio “classista” imposto dagli assertori del “neoliberismo moderato” presenti nel Governo Prodi. Ci preme ricordare che le pensioni sono ferme da oltre 10 anni e (quindi l’aumento era dovuto) e che i costi per i lavori usuranti sono stati già pagati nel 1995 con la riforma Dini.
Età pensionabile più alta, promessa alla revisione dei coefficienti, sostanziale mantenimento della legge 30, fiscalizzazione degli straordinari e della contrattazione di 2 livello rappresentano un’inversione inaccettabile rispetto alle decisioni assunte con l’ultimo congresso della Cgil.
A fronte di un sistema previdenziale tra i più equilibrati d'Europa, un accordo che viene giustificato da vincoli economici e di bilancio appare penalizzante anche moralmente. Il Comitato Direttivo ritiene, quindi, inaccettabile che la Cgil debba sottostare a questi vincoli sul tema pensioni e per lo stato sociale mentre accetta, mentre gli stessi non valgono per le spese militari (+ 4,5 miliardi rispetto al 2006) e per la TAV (32 miliardi in 4 anni).
Un accordo di sostegno di questo Governo che sarà pagato dai lavoratori dipendenti che sostanzialmente “accetta” la politica della Confindustria, fondata sui tagli allo Stato Sociale generando ulteriore precarizzazione nella vita e nel lavoro.
La Filcams Cgil del Trentino si batterà a tutti i livelli per dire NO a questo accordo, per riaprire la vertenza col Governo, per ottenere l’abolizione della controriforma Maroni, per difendere le pensioni dei giovani come quelle degli anziani.
La Filcams Cgil del Trentino chiede l’avvio di un referendum certificato e vincolante che porti ad una grande mobilitazione generale per ottenere l’abrogazione dello”scalone”.
Il Comitato Direttivo della Filcams Cgil del Trentino.
Trento, 24 luglio 2007
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